Consulente da 26mila euro al Comune di Vibo, il bando naufraga ma Scianò non molla: «Continuano a negare le carte» – VIDEO
Il coordinatore provinciale del movimento Indipendenza chiede da tempo l’accesso agli atti ma neppure il ricorso al difensore civico della Calabria è servito: «Continuano a trincerarsi dietro presunti motivi di privacy ma noi vogliamo vederci chiaro»
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«Volevamo solo sapere…», così il coordinatore provinciale del movimento politico Indipendenza, Giuseppe Scianò, torna a parlare del “bando della discordia” per la ricerca di un consulente Pnrr al Comune di Vibo Valentia: 26mila euro per due mesi di lavoro. Vicenda che fu proprio Il Vibonese a porre per primo all’attenzione dell’opinione pubblica.
In 33 avevano aderito all’avviso pubblicato a metà settembre. Di questi solo 4 candidati erano arrivati al colloquio finale, poiché i requisiti richiesti erano estremamente proibitivi: giornalista, due lauree ed esperienza pluriennale come dirigente d’azienda. Proprio questi paletti così rigidi hanno generato sospetti e polemiche, con l’opposizione in Consiglio comunale che ha esplictamente parlato di «bando cucito su misura per qualcuno». Alla fine però nessuno dei 4 candidati è risultato idoneo. Tutto da rifare? E in che modo? Quesiti al centro di una conferenza stampa convocata da Giuseppe Scianò che ha deciso di vederci chiaro, ma le sue richieste di accesso agli atti sono state puntualmente rigettate dal Comune.
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«Il 15 novembre la prima richiesta di accesso agli atti, respinta perché, mi hanno detto, violava la privacy dei candidati – ha spiegato -, e così al terzo diniego ci siamo rivolti al difensore civico della Regione Calabria, anche in questo caso il Responsabile della prevenzione della corruzione Domenico Libero Scuglia ha negato l’accesso», chiarisce l’ex amministratore ai tempi di Alfredo D’Agostino. «Avremmo voluto acquisire i curricula dei candidati e i verbali con cui erano stati ammessi al colloquio finale. Ci è stato risposto che bisognava proteggere i dati dei candidati». A sollevare più di un dubbio è stato il carattere d’urgenza del bando, che ha avuto una durata di appena 7 giorni, «per poi scoprire a novembre che nessuno è risultato idoneo, ma da allora non mi sembra che si sia fatto altro. E allora dov’era l’urgenza?». Poi, ha sottolineato, «dei 4 candidati che hanno superato la selezione solo uno si è presentato al colloquio. Me lo ha detto lui stesso, che dopo aver appreso della nostra battaglia, mi ha contattato. Anche lui si è visto negare l’ accesso agli atti. E gli altri tre perché non si sono presentati?».
Una battaglia quella intrapresa dall’avvocato Scianò per tutti quei ragazzi costretti a lasciare questa Regione per mancanza di opportunità. «Non ci fermeremo qui – annuncia Sciano’- in questa vicenda la trasparenza è stata offesa».