mercoledì,Gennaio 22 2025

Trasferire i reparti dello Jazzolino nelle unità mobili? Per Sacco (Usb) è irrealizzabile: «Scelta campata in aria» – VIDEO

Sta sollevando forti perplessità l’ipotesi di utilizzare ambienti modulari attrezzati per poter smantellare alcuni reparti e avviare i lavori di ristrutturazione dell’ospedale entro un mese per non perdere 25 milioni di euro

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Un sit-in davanti all'Asp di Vibo e, a destra, Vittorio Sacco

«Il commissario sta facendo un ricatto vero e proprio. Siamo arrivati a fine gennaio per sentirci dire che se non si avviano i lavori entro febbraio si perdono i finanziamenti. Va bene, ci può stare, sono erogazioni dell’Unione Europea scadenziate in maniera rigida, però mi domando, come si è potuti arrivare a meno di un mese dall’avvio dei lavori senza avere pianificato l’alternativa per garantire la continuità assistenziale?» È l’affondo di Vittorio Sacco coordinatore calabrese dell’Unione Sindacale di Base. L’intervento a poche ore dall’annuncio del commissario dell’Asp di Vibo Valentia di trasferire i reparti di ortopedia, oculistica e chirurgia all’interno di unità mobili nelle vicinanze dell’ospedale. Un trasferimento necessario per potere avviare inderogabili lavori di ristrutturazione antisismica dell’ospedale Jazzolino. Lavori finanziati dal Pnrr che ammontano a 25 milioni di euro.

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La soluzione proposta dal commissario Vittorio Piscitelli solleva più di un dubbio: «L’Asp di Vibo Valentia, già dalla gestione Battistini, sapeva che c’erano questi lavori da fare allo Jazzolino – incalza Sacco -. Sapevano che ipoteticamente si dovevano spostare alcuni reparti verso altri presidi. Perché non è stato predisposto niente per tempo? Solo adesso, a meno di un  mese dall’avvio degli interventi, tirano fuori il jolly dal mazzo dicendo che vogliono fare un’unità mobile di chirurgia?». Allestire in tempi brevi ambienti modulari attrezzati di tutto punto, per il rappresentante dell’Usb non è una ipotesi realizzabile. «Chiudere un reparto chirurgia non è una cosa che si può fare dall’oggi al domani… Sappiamo che le sale operatorie per norma devono avere i giusti criteri di sterilizzazione, non solamente degli strumenti. Come si fa a realizzare una sala operatoria mobile? Mi sembra un’ipotesi campata in aria», aggiunge.

Gli ex infermieri e oss nel limbo

E mentre si cercano soluzioni per trasferire i reparti in vista dei lavori che partiranno a fine febbraio, gli ex infermieri e oss licenziati il 31 dicembre scorso continuano a vivere nel limbo in attesa del DCA che dovrebbe ridefinire la pianta organica e quindi consentire riassunzioni e stabilizzazioni. Anche perché a causa del mancato rinnovo dei contratti, personale è stato trasferito dagli altri nosocomi della provincia e chi è rimasto in servizio è costretto a turni massacranti, come sottolinea lo stesso sindacalista. «Il reparto di Chirurgia è in forte difficoltà, ancor più critica la situazione nel reparto di Medicina dove sembra addirittura che siano stati sospesi i ricoveri. Non solo, ci arrivano notizie allarmanti da parte dei lavoratori del Pronto soccorso. Quelli che sono rimasti sono sottoposti a turni di lavoro ai limiti della violazione delle norme previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro». Vittorio Sacco si appella alla Regione Calabria: «Sappiamo che il commissario ad acta, nonché presidente della Regione Roberto Occhiuto ha annunciato la pubblicazione di un Dca per risolvere il problema delle unità che non sono state rinnovate. Il decreto – avverte – deve essere immediatamente attuativo, perché questo personale deve poter riprendere servizio subito, non dopo mesi. La situazione allo Jazzolino è troppo drammatica per aspettare ancora».

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