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Sistema bibliotecario vibonese, tre volontarie davanti al cancello sbarrato: «Tagliate luce e internet. Così si muore nel silenzio delle Istituzioni» – VIDEO

Tra di loro anche l’unica dipendente che però non viene pagata da anni: «Finora avevamo fatto di tutto per restare aperti. L’indifferenza degli Enti condanna questo importante presidio culturale»

Sistema bibliotecario vibonese, tre volontarie davanti al cancello sbarrato: «Tagliate luce e internet. Così si muore nel silenzio delle Istituzioni» – VIDEO

Una diretta social come ultima spiaggia, come estremo tentativo per scuotere le Istituzioni, a cominciare dalla Regione. È l’accorata protesta messa in scena questa mattina da due volontarie e dall’unica “dipendente” (non retribuita però da anni) del Sistema bibliotecario vibonese, la più grande biblioteca calabrese travolta dai debiti e da una bufera giudiziaria che hanno portato l’Ente a spegnersi lentamente, fino alla mancata riapertura dopo la chiusura per ferie. Tre irriducibili sostenitrici dell’Sbv che da due anni lottano con le unghie e con i denti per salvare il presidio culturale in crisi da anni e arrivato, la scorsa primavera, ai titoli di coda. Senza risorse economiche, senza un direttore e senza una guida dopo le dimissioni di Fabio Signoretta, l’ultimo presidente che ha provato inutilmente a risanare il debito che si aggira attorno a un milione di euro.

“Oggi 2 settembre il Sistema bibliotecario vibonese non riapre a causa del silenzio assordante delle Istituzioni”, la scritta a caratteri cubitali sull’unico striscione di dissenso. «La nostra non è una protesta, ma un grido di aiuto rivolto soprattutto alla Regione Calabria, che con la legge del 1985 ha istituito i sistemi bibliotecari», spiega Katia Rosi, volontaria. «Abbiamo impedito la chiusura di questa biblioteca con le nostre sole forze, ma oggi non è più possibile. Ci troviamo in balia del silenzio totale delle istituzioni. Una realtà del genere ha bisogno di risorse per pagare i dipendenti e le utenze. Dopo la linea internet taglieranno anche la corrente elettrica per morosità. Stiamo rischiando di cancellare 36 anni di storia e un patrimonio librario immenso», conclude.

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E mentre la protesta entra nel vivo davanti ai cancelli chiusi dello storico edificio, un’ignara lettrice si presenta per consultare alcuni volumi ma, suo malgrado, è costretta a tornare mestamente sui suoi passi: «Sono tante le persone che quotidianamente sono costrette ad andare via nonostante tutti i nostri sacrifici per tenere in vita questo presidio culturale di primaria importanza per la Calabria».

Al sit-in c’è anche Maria Luisa Mazzitelli storica dipendente del Sbv: «Non mollo, continuo a lottare».
Accanto a lei c’è l’altra volontaria, Beatrice Mirabello: «Vibo è una città carente di servizi, i giovani da qui vanno via, ma io ho deciso di restare. Da bambina venivo qui con i miei genitori che mi hanno fatto conoscere questo luogo. Non voglio che il Sistema bibliotecario chiuda, ma da sola io non basto, da sole non bastiamo. Serve l’aiuto concreto degli Enti pubblici coinvolti».

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