Le lacrime del “re”, Vibo celebra l’allenatore della nazionale slovacca Francesco Calzona: «La mia Cessaniti sempre nel cuore»
Il commissario tecnico è stato premiato dal sindaco della città capoluogo con una targa. E lui ha trattenuto a stento l’emozione quando ha ricordato la storica cavalcata della sua squadra a Euro2024 fermata agli ottavi solo dall’Inghilterra (ai supplementari)
«Torno spesso qui in Calabria. Sono nato a Vibo per cui mi sento parte di questi territori nonostante viva ormai da tanti anni in Toscana. Sono orgoglioso di essere calabrese, vibonese e anche cessanitese». È visibilmente emozionato e contento di essere nuovamente a casa Francesco Calzona, attuale commissario tecnico della nazionale di calcio della Slovacchia nato, appunto, a Vibo Valentia e cresciuto a Cessaniti. Proprio il Comune di Vibo ha voluto omaggiare questa mattina l’allenatore con un targa conferita dal primo cittadino Enzo Romeo assieme, tra gli altri, all’assessore con delega allo sport Stefano Soriano. «A Francesco Calzona che con la sua competenza e le sue capacità ha portato in alto il nome di Vibo Valentia nel mondo del calcio professionistico ai massimi livelli, manifestando sempre orgoglio e fierezza per la sua terra e le sue radici». Questa la motivazione a firma di tutta l’amministrazione comunale di Vibo. «Per me è un grande piacere essere qui e ringrazio la giunta del Comune di Vibo che mi ha invitato per questa giornata» ha commentato il tecnico.
Ex centrocampista, il tecnico vibonese ha lavorato assieme a personaggi del calibro di Maurizio Sarri e Luciano Spalletti durante il suo ruolo nello staff del Napoli, di cui è diventato allenatore il 19 febbraio 2024 prendendo il posto di Walter Mazzarri. «L’esperienza a Napoli mi ha dato tanto. È parte della mia vita – ha affermato a margine dell’evento svoltosi nella sala consiliare del Comune di Vibo -. Ho avuto un rapporto ottimo sia con i calciatori, ma specialmente con il presidente». Un’esperienza che Calzona porta nel cuore e che ha contributo alla sua crescita professionale nonostante le difficoltà della squadra nel corso della passata stagione. «I risultati non ci hanno aiutato, però ho avuto una squadra che mi ha seguito, in quel momento non poteva dare il massimo per tanti altri problemi, però è stata un’esperienza positiva anche per i dati importanti che abbiamo avuto. Ci è mancato veramente poco per fare bene, ma era una stagione compromessa. Per quanto riguarda la mia crescita, è stato fondamentale essere al Napoli».
L’emozione si fa però ancora più grande quando all’allenatore viene chiesto dell’entusiasmante cavalcata della sua Slovacchia fino agli ottavi di finale di Euro2024, con l’impresa del raggiungimento dei quarti svanito solo ai supplementari nella gara contro l’Inghilterra. «I ricordi belli sono tanti. Tra tutti l’incredibile supporto dei tanti slovacchi e l’attaccamento alla squadra, quella è stata davvero una bella cosa», ha raccontato commosso il ct, che ha dovuto fare una lunga pausa per trattenere le lacrime e continuare a parlare. Sul suo presente alla guida della nazionale slovacca Calzona ha poi spiegato: «Mi trattano veramente come un re. Ho tanto rispetto per quel Paese perché è un Paese che da quando si sono divisi, dal 1993, ha avuto un’ascesa importante. Per cui sono molto felice di essere lì e ringrazio loro per avere avuto fiducia nelle mie qualità». E sul Mondiale 2026 non ha dubbi: «Abbiamo un girone difficile, è chiaro che bisogna avere sempre l’ambizione di raggiungere il massimo. Per noi sarà molto difficile, però a me non piace partire battuto già in partenza. La squadra lo sa, lo sanno come ragiono, per cui venderemo cara la pelle e poi se gli altri saranno più bravi di noi faremo un applauso».
Insomma, ad animare lo spogliato della Slovacchia non manca e non mancherà la determinazione tipica calabrese come ammette lo stesso Calzona: «La nostra testardaggine è sicuramente una componente che è stato determinante anche nella mia carriera, perché nella vita bisogna perseverare e avere in testa un obiettivo ben preciso. Poi nello spogliatoio della Slovacchia è presente anche una buona dose di italianità, con molti giocatori che hanno giocato in Italia o che ci giocano attualmente e sono orgogliosi e contenti di giocare nel nostro paese. Poi credo si sia visto anche l’attaccamento mio e dello staff nel voler raggiungere obiettivi importanti per questa nazionale». Infine, sul futuro e su un’eventuale chiamata massima divisione del campionato italiano: «La Serie A è la Serie A però devo essere onesto, in questo momento non mi manca. Nel senso che sto talmente bene lì che non ho questa bramosia di spostarmi per forza. Poi, se a un certo punto arriverà qualcos’altro, lo valuteremo insieme alla federazione».