Sant’Onofrio, l’opposizione contesta le modalità di convocazione del Consiglio comunale sulla vicenda del campo di calcio
I consiglieri Alibrandi, Bulzomì, Ciancio e Addesi affermano che la data della seduta non è stata condivisa con la minoranza ma decisa unilateralmente dalla maggioranza. E si rivolgono al prefetto
Per stemperare le polemiche non è bastata la convocazione, per il 19 settembre, del Consiglio comunale di Sant’Onofrio sulla spinosa questione legata alla gestione del campo di calcio e alla recente revoca della concessione da parte del Comune ai danni dell’associazione sportiva. Ora è la stessa convocazione dell’Assemblea a suscitare le proteste dei quattro consiglieri comunali che avevano richiesto una seduta ad hoc del Consiglio su questo ordine del giorno. Giuseppe Alibrandi, Salvatore Bulzomì, Giuseppe Ciancio e Fortunato Addesi contestano ora le modalità con cui si è giunti ad annunciare la riunione dell’Assemblea.
«Forse non è ben chiaro al sindaco – scrivono in una nota -, che la richiesta di convocazione del Consiglio comunale, sottoscritta da quattro Consiglieri comunali, muove dall’esigenza di affrontare un argomento con la massima serietà. Questo non è uno show al quale il nostro Sindaco è abituato ad esserne il protagonista, ma è un Consiglio Comunale che ha delle regole democratiche ben precise e definite. A richiamare l’attenzione delle forze dell’ordine questa volta siamo noi chiedendo, non solo la presenza delle Forze dell’Ordine al Consiglio comunale, ma chiedendo l’intervento e un’audizione di persona con il Prefetto di Vibo Valentia per discutere delle lacune amministrative e il mancato rispetto delle regole democratiche di questa amministrazione».
E ancora: «Quello che sta succedendo a Sant’Onofrio con questa amministrazione è aberrante e viola ogni principio di collaborazione, di rispetto della democrazia e del ruolo che ricopriamo – continuano Alibrandi, Bulzomì, Ciancio e Addesi -. Il presidente del Consiglio, con l’Influenza del sindaco e dei suoi seguaci, convoca autonomamente il Consiglio comunale fissandone data e ora disinteressandosi delle istanze dei Consiglieri comunali firmatari della richiesta di convocazione. Infatti, ci siamo ritrovati in una conferenza dei capigruppo dove non vi è stata alcuna discussione circa la programmazione dei lavori del Consiglio. In quella sede, il presidente comunicava ai capigruppo che la data era già decisa e che il Consiglio si sarebbe tenuto giovedì 19 settembre alle ore 17. Ma decisa da chi? Da una maggioranza che viaggia a senso unico senza tener conto degli altri consiglieri Comunali».
Da questa presunta prevaricazione della minoranza nasce dunque la vibrante protesta dei consiglieri di opposizione, che in conferenza dei capigruppo avrebbero richiesto «una riprogrammazione della data in quanto alcuni consiglieri comunali, firmatari della richiesta di convocazione del consiglio comunale, non vi potevano partecipare». «Il presidente – si legge ancora nella nota – a quel punto informava i capigruppo che avrebbe dovuto sentire il Sindaco. Dopo appena 20 minuti viene notificata ai consiglieri la Convocazione del Consiglio Comunale per la data di giovedì 19 settembre. Che senso ha allora fare la Conferenza dei Capigruppo? Questo è un modo di agire tipico di una in dittatura. Vogliamo ricordare al nostro presidente e ai nostri amministratori, che la Conferenza dei capigruppo – come previsto dal regolamento – è organismo consultivo del presidente dell’assemblea consiliare, concorrendo a definire la programmazione ed a stabilire quant’altro risulti utile per il proficuo andamento dell’attività del Consiglio».
Tutto ciò «ha raggiunto ogni limite di tollerabilità», chiosano i consiglieri, che continuano: «Se la convocazione non viene rettificata, ipotizziamo di disertare la seduta consiliare programmata per la data del 19 settembre. Se non partecipano alla seduta i quattro Consiglieri che hanno richiesto la convocazione del Consiglio Comunale, e quindi diretti interessati alla seduta, che senso ha la seduta? Rimarrà al sindaco solamente la possibilità di fare il suo solito show a senso unico senza dibattito. La democrazia ha regole molto più complesse di quelle intese dai nostri amministratori. Non è accettabile che un sindaco possa decidere a senso unico come un tiranno. A Sant’Onofrio manca ormai da un po’ di tempo il rispetto delle regole democratiche che deve caratterizzare un paese civile fondato sul rispetto dei principi e dei dettami costituzionali. Ci siamo rivolti al Prefetto e alle autorità competenti affinché venga ripristinata al Comune di Sant’Onofrio l’agibilità democratica».
- Tags
- sant'onofrio