venerdì,Settembre 13 2024

Vibonese, Gagliardi e Ramondino replicano a Caffo: «Gli va dato atto di aver investito tanto, ma sue parole ingiuste. Ecco la nostra versione»

Il direttore generale dimissionario e l'ex ds in conferenza stampa rispondono alle dichiarazioni del presidente che in un precedente incontro con i giornalisti aveva puntato il dito contro i due dirigenti

Vibonese, Gagliardi e Ramondino replicano a Caffo: «Gli va dato atto di aver investito tanto, ma sue parole ingiuste. Ecco la nostra versione»

È arrivata con un’altra conferenza stampa la replica di Antonello Gagliardi e di Francesco Ramondino alle pesanti dichiarazioni del presidente Pippo Caffo, che hanno fatto parecchio rumore. Lunedì scorso, infatti, il patron rossoblù ha chiamato in causa gli ormai ex dg e ds, accusandoli sostanzialmente di aver preso decisioni a sua insaputa, di aver sforato il budget creando una situazione debitoria non prevista e anche di aver svolto male il proprio compito. Di fronte a certe accuse, entrambi hanno replicato, con dati di fatto alla mano, come si è svolto il proprio lavoro all’interno della Vibonese, ribadendo la propria onestà. Sono state tante e interessanti le cose riferite da entrambi e proviamo a sintetizzarle.

Leggi anche ⬇️

Professionalità

«Siamo molto amareggiati per l’attacco ricevuto – questo l’esordio sia di Antonello Gagliardi e sia di Francesco Ramondino – per tanti ovvii motivi, fra i quali il fatto di essere reduci da una delle più belle stagioni nella storia della Vibonese. Certe affermazioni sono lesive della nostra professionalità e dignità, inappropriate e non veritiere». Il dg aggiunge: «Quando il presidente mi ha contattato, mi ha chiesto di riorganizzare la Vibonese. Mi sono messo all’opera e ho formulato un organigramma, cercando di reperire delle figure che avrebbero potuto darci una mano, alcuni anche a titolo gratuito. Posso dire di aver vissuto la società e di aver ottenuto i risultati e ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato». Eppure «i primi scricchiolii sono arrivati proprio quando ho presentato l’organigramma, perché probabilmente non sono stati graditi certi addii o forse qualcuno avrebbe voluto essere coinvolto nell’ingaggio del ds». Per quanto riguarda la figura di Ramondino «dopo aver cercato, inutilmente, di far tornare Beccaria in società, grazie a quest’ultimo ho cercato di convincere il presidente a prendere Ramondino come ds, che secondo Caffo era troppo giovane per svolgere questo ruolo». Successivamente «proprio il ds ci ha indicato Buscè come allenatore».

Gli introiti

Con tanto di carte in mano e di slide mostrate ai giornalisti, Gagliardi ha dichiarato di aver portato in società un introito complessivo di 547mila euro, fra i quali la famosa sponsorizzazione di Bandecchi da 100mila euro, che tanto ha fatto discutere per via del fatto che il presidente non era stato coinvolto. «So io cosa ho passato per avere questa sponsorizzazione! Gli sono stato dietro tre giorni» e qui Gagliardi, dopo aver ricostruito tutti i passaggi di un accordo che ha portato un introito alla Vibonese, ha manifestato «stupore perché anche su questo si è innescata una polemica assurda, con un linciaggio da parte di qualcuno che non meritavo». Visto che si è parlato di cifre «con la mia società, sotto varie attività, mi sono accollato dei costi per un totale di 52mila euro, ovviamente a favore della Vibonese».

Abbonamenti

Il presidente ha “rimproverato” il dg di aver ottenuto solo 120 abbonamenti. E anche qui Gagliardi risponde con i numeri e con una considerazione che pesa: «Siamo passati da 29 a 120 abbonati, per un incremento del 645%. Cosa ci si aspettava dopo anni di delusioni, in cui la gente, per vari motivi, si era allontanata dallo stadio e dalla Vibonese? Una cosa del genere richiede tempo. L’abbonamento è un atto di fede dei tifosi».

Disavanzo

L’ex dg ridimensiona anche il capitolo relativo al disavanzo che, a suo dire «non è di 400mila euro, perché a questa cifra vanno sottratti 204mila euro attinenti a pagamenti arretrati delle precedenti gestioni». Quindi il disavanzo annuale «è di 195mila euro». Considerando che «il 2022 è stato chiuso a -531 mila euro e il 2023 a -412mila euro, allora il -195mila euro di cui sopra non mi sembra un disastro se paragonato ai numeri degli anni precedenti». E sulle cifre Ramondino ha aggiunto che il costo netto del parco calciatori è stato «considerando la cessione di Convitto, di 460mila euro».

Il “caso Terranova” e il bonifico del presidente

Caffo, fra le cose abbastanza pesanti riferite in merito all’operato di Gagliardi, ha dichiarato di non aver saputo nulla in merito all’acquisto di Terranova e alla cifra. Ecco la versione di Gagliardi e di Ramondino: «Io ho firmato la procura a chi ne cura gli interessi, ma lui, Caffo, ha poi fatto il relativo bonifico al procuratore (con tanto di carta mostrata ai cronisti, ndr). Mi dispiace – sostiene l’ex dg – che il presidente dica che non ne sapesse nulla». E qui Ramondino e Gagliardi spiegano dove è nata la necessità di portare a compimento la trattativa per prendere un rinforzo: «Il 5 novembre, dopo aver vinto la partita con l’Igea Virtus, ci siamo ritrovati a -3 dal Trapani e, assieme al mister, abbiamo detto al presidente di provare a vincere il campionato, rinforzando la squadra. Ci ha risposto di no». Al che Ramondino ha ribattuto che con una serie di uscite, avrebbe potuto racimolare la cifra per prendere un attaccante di valore. «Anche in questo caso – dicono entrambi – il presidente ha risposto negativamente. Allora – aggiunge Gagliardi – dissi a Caffo che mi sarei impegnato a trovare io nuove risorse. Mi rispose che non era d’accordo e aggiunse “però fate come volete” e quindi ecco l’acquisto di Terranova». E sul centravanti Ramondino spiega: «È un grande calciatore che purtroppo non ha reso per quanto sperato. Al netto ci è costato 45mila euro di ingaggio. Il biennale lo abbiamo fatto firmare perché nel frattempo si erano fatti avanti Trapani e Altamura. Il secondo anno ci sarebbe costato 75mila euro, ma siccome lui e il procuratore sono delle persone perbene, se fossi rimasto, avremmo discusso tranquillamente e valutato una riduzione dell’ingaggio o anche una rescissione». E comunque «per me – spiega Ramondino – queste non sono cifre assurde per un calciatore di questo valore».

Il “caso Favetta”

Altro argomento di discussione, l’acquisto del centravanti ex Siracusa, a detta del presidente a cifre insostenibili per la Vibonese ed elevate per la categoria. «Non era d’accordo, Caffo, nel prenderlo e lo confermo. Ho fatto una forzatura e lui mi ha detto di fare quel che ritenevamo opportuno per la squadra. E in quel momento era opportuno prendere un attaccante, dopo la cessione di Convitto, anche perché da un lato mister Buscè era pronto a dimettersi, in quanto gli avevamo garantito un rinforzo. E dall’altro lato che segnale avremmo dato alla squadra, se non avessimo preso un nuovo calciatore di peso e valore? Avremmo di fatto detto a tutti che la Vibonese alzava bandiera bianca». Su Favetta ecco Ramondino: «Non mi sembra sia un giocatore rotto: ha giocato 14 gare su 18. Ha vinto tre campionati, segnando molti gol». Piuttosto «è stato il presidente a chiamare a destra e a manca per chiedere informazioni sul giocatore e gli è stato detto che era un giocatore rotto». E sull’ingaggio aggiunge: «Aveva offerte da 40mila/45mila euro. Abbiamo chiuso a 35 con alcune clausole che alla fine portano il costo a 42. Non mi sembra una cosa insostenibile alla luce del valore del calciatore». E il biennale a Favetta? «Se fossi rimasto, avrei trovato tranquillamente una soluzione. Anche qui parliamo di un calciatore perbene e di un procuratore con il quale si può parlare». È importante per il ds «avere buoni rapporti con tutti».

«In D si spendono tanti soldi, ma ci vuole fiducia»

Ecco infine l’ultimo pensiero di Gagliardi riferito al presidente: «Se la sua ambizione è vivacchiare, di soldi ne spenderà ancora tanti, perché in D si spende e basta. Ma ci vogliono organizzazione, programmazione, fiducia, proprio perché in questa categoria di denaro ne spendi tanto. E gli va dato atto di aver messo parecchi fondi in questi anni: altrove, senza uno come Caffo, tanti club sono spariti dopo pochi anni. Ma il presidente con quella conferenza stampa è andato davvero oltre e non lo meritavamo, sia come persone, sia per quello che abbiamo fatto e che abbiamo voluto illustrare per difenderci da accuse infamanti. Ho perso tempo e clienti per la Vibonese».

top