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Tonno Callipo, Pisani si racconta: «Il volley? Passione di vita»

Il giovane atleta dopo l’esordio da titolare in questa stagione: «Grande emozione». Intanto la squadra prepara la sfida contro la capolista Reggio

Tonno Callipo, Pisani si racconta: «Il volley? Passione di vita»
L'atleta Pisani
Il giovane atleta dopo l’esordio da titolare in questa stagione: «Bellissima serata». Intanto la squadra prepara la sfida contro la capolista Reggio

Simone Pisani, schiacciatore della Tonno Callipo, compirà soltanto 18 anni il prossimo 19 giugno e sabato scorso se lo ricorderà a lungo, non solo per il suo esordio vittorioso dall’inizio contro Messina. Ad abbellire la giornata, infatti, anche i tre punti conquistati oltre all’ottima prestazione personale. Ciò a riprova del lavoro fatto in tutti questi anni dalla società del presidente Callipo. Tanta la strada percorsa, nonostante la giovanissima età: «Mi sono appassionato alla pallavolo quando da piccolo – racconta Pisani – i miei genitori, che hanno giocato a pallavolo, mi portavano a vedere la Tonno Callipo in Serie A1 e mi sono subito innamorato di questo sport. Sicuramente loro mi hanno spinto verso questo mondo trasmettendomi la passione per il volley. Ho iniziato a giocare nella Callipo all’età di 8 anni e da lì la pallavolo è diventata l’unica passione della mia vita e tuttora non riesco ad immaginarmi senza di essa». Risale all’aprile 2017 un video dell’allora undicenne Simone Pisani mentre palleggia addirittura con coach Kantor, che in quella stagione era allenatore della prima squadra in Superlega: «Ricordo ancora bene quel giorno quando coach Kantor durante un mio allenamento mi ha preso in disparte e abbiamo iniziato a palleggiare insieme. Ero molto piccolo ma è un ricordo molto bello che porto sempre con me». Sabato l’esordio dall’inizio in Serie B: «È stata una bellissima serata per me, era la prima volta che partivo titolare in questa stagione. I coach e i compagni mi hanno aiutato molto durante la partita e sono contento pure che sia arrivata la vittoria». E ancora: «Ho cercato di aiutare la squadra pensando ai fondamentali di seconda linea, perché so che è lì che potevo aiutare di più i miei compagni. La difesa è il fondamentale che preferisco, lo vedo come un segno di attenzione e voglia di non mollare mai».

Sulla vittoria contro Messina, l’atleta sottolinea: «Sicuramente era fondamentale portare a casa i 3 punti. Abbiamo preparato in modo ottimale la gara e l’abbiamo giocata al meglio, imponendo il nostro gioco. Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata anche se sulla carta si poteva pensare fosse facile. Invece abbiamo visto che non è stato così soprattutto nel terzo set e siamo stati bravi a rimontare ed a vincere proprio quel parziale decisivo, che sembrava essere in pugno a loro. Era importante anche vincere la prima partita per 3-0, ciò per dare un segnale alle altre squadre del campionato. Ed ora testa a Reggio». Sabato impegno difficile sul campo della capolista: «Reggio è sicuramente la squadra più forte del nostro girone e lo sta dimostrando ogni weekend sul campo. Dobbiamo pensare principalmente a noi stessi e al nostro gioco senza guardare troppo al di là della rete. Sinceramente penso che a tutti noi farebbe piacere dar fastidio alla capolista e sono sicuro che daremo tutto per provare a farlo, cominciando dal lavoro duro in palestra questa settimana». L’attaccamento alla squadra è forte: «La Callipo ha sempre rappresentato una parte fondamentale della mia vita. Indosso questa maglia da quasi 10 anni e ogni volta è come se fosse la prima. Ho sempre sognato di vestire la maglia giallorossa nella massima serie perché sin da bambino, guardando le partite al PalaValentia, ho apprezzato tanti fenomeni in giallorosso e li ho sempre ammirati come degli eroi». Occhi puntati sul futuro: «Da quando ero piccolo il mio idolo è Osmany Juantorena, sin dai tempi della Lube, per la tecnica e la sua intelligenza in campo. Come ogni bambino che comincia in questo bellissimo sport il mio più grande sogno è vestire la maglia azzurra. Sarebbe l’emozione più grande della mia vita».

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