Vibo Valentia, il “De Agazio” consacra la “calabresità” di Piero Ausilio
Il ds dell’Inter ha rivendicato con orgoglio le proprie radici: «Terra che sento mia. Calabrese a tutti gli effetti, pur essendo nato e vissuto a Milano»
La IX edizione del premio sportivo “Fortunato De Agazio” ha messo in evidenza tutta la “calabresità” di Piero Ausilio. Il direttore sportivo dell’Inter, del resto, pur essendo nato a Milano vanta chiare origini calabresi. I suoi genitori, infatti, erano di Campana, in provincia di Cosenza. Radici che l’attuale ds della società nerazzurra ha dimostrato di non dimenticare, anzi. «Ritirare un premio in Calabria, una terra che sento mia – ha sottolineato con grande trasporto ed evidente emozione nel corso della cerimonia svoltasi presso la Camera di Commercio di Vibo Valentia – è un orgoglio. Qui ci sono le mie origini, quelle della mia famiglia e dei mei nonni. In più si ricorda una persona che era molto legata alla famiglia Moratti e che, a detta di tutti quelli che l’hanno conosciuta, era onesta e competente. Due aggettivi bellissimi, spero anch’io di essere riconoscibile così un domani». Parole non di circostanza, pronunciate in una sala gremita in ogni ordine di posto, prendendo spunto proprio dalle origini calabresi di Fortunato De Agazio. Lo storico dirigente della “Grande Inter”, nonché uomo di fiducia di Angelo Moratti, infatti, era nato a Milano da genitori provenienti dal Vibonese. Emigrati da questa regione, dunque, proprio come quelli dell’attuale direttore sportivo della società nerazzurra. «Con lui – ha proseguito Ausilio – ci accomuna il rapporto avuto con la famiglia Moratti. Per quanto mi riguarda mi sento calabrese a tutti gli effetti e devo dire che per me è un orgoglio esserlo, pur essendo nato e vissuto a Milano. Ho trascorso tante estati in Calabria e so la generosità di questa gente».
Alla cerimonia di consegna del premio, ideato dal giornalista Maurizio Insardà e condotto da Marica Giannini, sono stati presenti numerosi rappresentanti degli Inter Club attivi nel Vibonese e nel resto della regione. Tra questi, quelli di Sant’Onofrio, Ionadi e Gioia Tauro. In platea, anche una folta delegazione delle squadre della Vibonese. Nel suo discorso ad ampio raggio il dirigente sportivo ha toccato anche il tema dei calciatori “in erba” e della carenza di impianti in Italia, ancor di più in Calabria e nel resto del Sud della penisola. «I giovani ci sono. Tuttavia – ha sottolineato – con loro bisogna avere pazienza e c’è la necessità farli crescere, accettando anche eventuali errori. Dal canto loro, però, devono pensare non solo ad inserirsi nelle grandi squadre, fermo restando che le strutture per metterli in condizioni adeguate qui da noi sono poche». Al termine dell’incontro il direttore sportivo dell’Inter si è concesso con grande disponibilità ai presenti per le foto di rito e per firmare autografi. Tra i momenti più significativi della IX edizione, il caloroso abbraccio finale con l’ex direttore sportivo del Crotone Giuseppe Ursino, anch’egli insignito del premio “De Agazio”, insieme al presidente della Vibonese Pippo Caffo.
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