I lavori al campo di Soriano subiscono un altro ritardo e il dg Varrà sbotta
Duro il direttore generale rossoblù: «Ci stanno prendendo in giro, ormai è evidente. Altro tempo che si perde. Così facendo il nostro progetto continua a essere danneggiato»
di R.S.
La vittoria della squadra in coppa passa in secondo piano. A catalizzare le attenzioni, in casa del Soriano, è la situazione relativa ai lavori al campo sportivo che, a quanto pare, hanno subito un altro ritardo. L’ennesimo, di una lunga serie, con il tempo che passa inesorabile fra speranze, collaudi, varianti, giustificazioni, spiegazioni e tanto altro ancora. Il direttore generale del Soriano, Mimmo Varrà, è un fiume in piena e come al solito ci mette la faccia «soprattutto perché ho preso impegni con i calciatori, i quali sapevano che avrebbero giocato a Soriano: così ci era stato garantito». D’altronde la campagna acquisti portata avanti è stata molto interessante, con giocatori che si pensava potessero finire altrove e che il dg rossoblù è stato abile a convincere, a bloccare per tempo e a portare a Soriano, fra la sorpresa di tutti gli addetti ai lavori. «La commissione che doveva valutare i lavori per poi dare il via libera per la stesura del tappetino – dice Varrà – ha riscontrato dei problemi per ciò che riguarda il terreno sottostante, ritenuto troppo molle. Di conseguenza non ha dato parere positivo. E quindi dovranno essere eseguiti altri lavori e i tecnici incaricati dalla Lnd dovranno pertanto tornare a Soriano. Altro tempo che si perde. A che gioco stiamo giocando? Anzi, a che gioco stanno giocando? Davvero mi vogliono far credere che una ditta che fa campi in ogni dove, non sapeva che il terreno in quelle condizioni non poteva essere ritenuto idoneo per la stesura del tappetino? Qua c’è un menefreghismo diffuso».
L’ufficio tecnico
Il dg rossoblù ne ha pure per coloro i quali, all’interno dell’ufficio tecnico, avrebbero dovuto «rispettare di più la squadra di calcio del Soriano, la sua dirigenza, la tifoseria e la collettività. Non sono un esperto, ma finora ho assistito a troppe varianti, modifiche in corso d’opera, spiegazioni, giustificazioni, perdite di tempo assurde. Mi viene da pensare che certe cose siano state realizzate “ad minchiam” come diceva il compianto Franco Scoglio, fra l’altro mio caro amico. A tutti coloro che mi dicono che i lavori ad agosto hanno avuto una poderosa accelerazione, io rispondo: “E prima cosa è stato fatto? A febbraio, marzo, aprile, che si è realizzato? I lavori dovevano terminare a maggio. Poi ci è stato detto a fine agosto. Quindi ci è stato assicurato che a settembre avremmo giocato a casa nostra. Nulla di tutto questo». E poi osserva: «Sembra quasi che ci stiano facendo una cortesia a realizzare il campo: una cosa inconcepibile».
Una squadra senza casa
Il Soriano si allena a Rosarno «di mattina – aggiunge Varrà – e qui capirete che con una rosa formata anche da 14 giovani che vanno a scuola, alla fine l’allenamento si svolge con pochi elementi. Subiamo dei danni assurdi, oltre ad andare incontro a disagi notevoli e spese non indifferenti. Si sta rischiando di rompere il giocattolo. Noi siamo sempre in giro. Non giochiamo in casa nostra e per le gare “interne” stiamo utilizzando il “Marzano” di Vibo Marina nel quale al momento le gare si possono disputare solo a porte chiuse. Praticamente siamo la squadra di nessuno. E meno male che i commissari che dirigono il Comune di Soriano hanno sempre mostrato grande vicinanza verso la squadra, consentendoci di poterci allenare a Rosarno. Io ho anteposto la famiglia e la mia salute agli interessi del Soriano: gli altri cosa hanno fatto? I miei dirigenti dovevano puntare i piedi in precedenza. Mi sento solo in questa “battaglia” che poi in verità è solo la rivendicazione di un diritto. Solo Elio Morabito e Carmelo Prestanicola, che ringrazio, si sono battuti fin dall’inizio». Ed ancora: «Mi sento tradito. Sono amareggiato. Qui c’è un progetto importante che rischia di andare a rotoli e non certo per colpa nostra, bensì da parte di chi doveva fare e non ha fatto, oppure ha fatto con ritardo e ha anche fatto male in alcune circostanze. Un menefreghismo totale. Ritardi, incompetenza, scuse assurde, anche prese in giro nei nostri confronti: ma sbaglia chi pensa che io possa starmene zitto».
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