Casi Covid nelle scuole di Pizzo, i genitori: «I plessi vanno chiusi»
Secondo i rappresentanti scolastici, a fronte di due casi positivi al test antigenico e in attesa dei risultati ufficiali dell’Asp, la primaria San Sebastiano e la scuola dell’Infanzia di via Nazionale andavano chiuse
«A soli pochi giorni di distanza dal primo possibile caso di contagi nelle scuole dopo il rientro dalle festività, ci ritroviamo a dover affrontare una situazione che ha dell’incredibile: due bambini purtroppo risultano positivi ai test antigenici, insieme ai genitori. Due le scuole coinvolte: elementare San Sebastiano e Infanzia via Nazionale. Il preside fa sapere che i protocolli sono stati attivati: le classi sono in quarantena, le insegnanti faranno oggi il tampone rapido e se il riscontro sarà negativo domani tutti a scuola in tranquillità. Cosa? Innanzitutto nessun protocollo è stato attivato, nessuna classe è stata messa in quarantena ma sono stati gli stessi genitori a decidere di tenere temporaneamente i bambini a casa, soprattutto in attesa di avere conferma o no della positività da parte dell’Asp, perché tutti oramai sappiamo che solo in quel caso partirà il contact tracing e di conseguenza le classi saranno poste in quarantena insieme agli insegnanti».
Si leva forte la protesta dei genitori di Pizzo, tramite i rappresentanti scolastici, in relazione ai casi di positività al tampone antigenico rapido che si sono riscontrati nei due plessi scolastici citati in premessa. La protesta, in particolare, si indirizza in maniera critica verso la mancata, a loro dire, predisposizione di un protocollo di sicurezza.
«Altra questione spinosa – aggiungono – è quella dei test rapidi che, non avendo validità ufficiale né legale, ci possono fornire una prima rassicurazione personale, ma non danno la giusta certezza se fatti immediatamente dopo aver avuto contatti con soggetti positivi, per non parlare poi del fatto che andrebbero ripetuti a distanza di alcuni giorni. Quindi le insegnanti possono rientrare a scuola, le due classi interessate forse no, le altre forse si, la scuola resta aperta, ma se alla fine i molecolari sono positivi le due classi vengono rimesse in quarantena, perché già lo sono forse, le insegnanti che nel frattempo erano rientrate pure, e quindi anche le altre classi rischierebbero a questo punto. Ma non si faceva prima a chiudere queste benedette scuole in via preventiva e poi decidere sulla base di quanto avrebbe comunicato l’Asp?».
Per i rappresentanti dei genitori «il Comune potrebbe prendere la situazione in mano, ma si nasconde dietro un dito demandando la responsabilità all’Asp o comunque nel timore di un’eventuale ricorso al Tar da parte dei genitori. Questa è una sciocchezza: il legale rappresentante del Comune è la massima autorità sanitaria locale e come tale si può assumere la responsabilità del provvedimento di momentanea chiusura delle scuole in attesa di esiti Asp. Anche il Tar non può essere remora perché se così fosse non si adotterebbe nessun atto amministrativo. Ma (in aggiunta per essere coerenti), se il dirigente scolastico si attiene ai protocolli, consideriamo una tematica grave e in cui il protocollo sembra non esistere: il controllo periodico obbligatorio degli estintori delle scuole, effettuato da ditta competente, scaduto da anni presso i nostri plessi (aprile 2018). Già solo a fronte di questo i plessi possono, anzi devono, chiudere. E allora chiediamo a voce levata il ripristino della Dad per la tutela, tanto acclamata, del diritto allo studio».