venerdì,Dicembre 27 2024

Il grande patrimonio abbandonato delle ferrovie e quei fabbricati “non pervenuti” a Vibo Marina

Il vecchio casello e altri ruderi. Sulla linea Eccellente Rosarno sono 12 gli immobili impresenziati che potrebbero essere riutilizzati per fini sociali

Il grande patrimonio abbandonato delle ferrovie e quei fabbricati “non pervenuti” a Vibo Marina

Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria Italiana hanno avuto, qualche anno fa, una magnifica idea: mettere a disposizione della comunità il loro enorme patrimonio dismesso. Da un lato ciò consente il recupero di un numero incredibile di beni immobili che, non utilizzati, rischiano di marcire nell’abbandono, dall’altro si dà la possibilità ad enti e associazioni di avere a disposizione luoghi, in comodato d’uso, da occupare per fini sociali. E così, ad esempio, la stazione di Ronciglione è stata trasformata in una casa di accoglienza per bambini affetti da patologie gravi mentre a Potenza Superiore, il dismesso scalo merci è divenuto l’emporio attraverso cui Legambiente vende prodotti biologici a chilometro zero. A Pellaro, invece, per stare più vicini a noi, nell’ex fabbricato viaggiatori, l’Associazione Annunciamo la Gioia, da ormai sei anni, ha messo su un centro di aggregazione che accoglie – al motto di don Calabrò «Nessuno escluso mai» – venticinque ragazzi.

Uno degli immobili abbandonati a Vibo Marina

In Calabria sono 118 le stazioni impresenziate, delle quali 12 sulla linea Eccellente Rosarno. Esistono immobili, abbandonati ma riutilizzabili a fini sociali, a Francavilla Angitola, Pizzo, Briatico, Ricadi, Coccorino, Joppolo, Nicotera, Zambrone, Parghelia Tropea, Santa Domenica. Su Vibo Marina il prospetto elaborato da Fs e Rfi mostra la sigla «N.P.», che indica la non disponibilità del dato. In pratica non risultano censiti nello schema immobili dismesso o abbandonati, ma non è detto che non esistano.

Un altro immobile abbandonato a Vibo Marina

Ed in effetti esistono. O, meglio, esisterebbero. Perché si tratta di immobili abbandonati da decenni, che rischiano di franare su se stessi. L’esempio più eloquente è il vecchio casello, retaggio di un’architettura anni ’50, che svetta tra le case nuove, di una realtà che un tempo vedeva la sua linea ferroviaria collegata direttamente al porto: era il tempo di una comunità fiorente, tra insediamenti industriali ed un’attività portuale intensa, nel solco di un sistema dei trasporti organico che negli anni è sfiorito assieme alla produttività delle sue fabbriche. E dismesse molte fabbriche, dismessa quella linea che collegava la ferrovia al porto, anche quel casello finì abbandonato. C’è possibilità di recupero prima che sia troppo tardi? Ovvero prima che crolli su se stesso?

D’altronde, sono diversi gli immobili che, proprio a ridosso della linea ferroviaria Eccellente-Rosarno e della stazione di Vibo Marina, risultano abbandonati. Alcuni ridotti pressoché a ruderi, altri, con qualche intervento, astrattamente recuperabili. Abbattere o risanare, allora. Per FS e Rfi, che rimuoverebbero situazioni di pericolo (per gli immobili che rientrano nel proprio patrimonio) che col tempo rischiano di aggravarsi. Per la comunità, che rinuncerebbe volentieri alle brutture o, in alternativa, potrebbero contare su spazi da usare per fini sociali. Sarebbe il caso, a questo punto, di iniziare con un censimento…

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