Il Tar riapre le scuole ma i “genitori responsabili”: «Terremo i figli a casa»
Il comitato vibonese nato sui social network critica la decisione dei giudici amministrativi che ha sospeso gli effetti dell’ordinanza regionale imponendo la riapertura di elementari e medie
«Da un sondaggio lanciato sul nostro gruppo risulta che la quasi totalità dei votanti intende lasciare i propri figli a casa». Il comitato vibonese “Genitori responsabili”, che si oppone al ritorno dei figli a scuole in questo contesto pandemico, non intende assecondare la decisione del Tar, che oggi ha sospeso l’ordinanza regionale con cui il presidente facente funzioni Nino Spirlì il 5 gennaio scorso ha deciso la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 31 gennaio prossimo. I giudici amministrativi, invece, hanno sospeso l’effetto del provvedimento regionale con riferimento alle sole scuole elementari e medie. Una decisone che viene fortemente stigmatizzata dal comitato di genitori, nato su Facebook pochi giorni fa.
«Abbiamo appreso la notizia della sospensione dell’ordinanza del presidente ff della regione Calabria Nino Spirlì che comporterà il rientro a scuola, per le scuole elementari e medie, già lunedì prossimo – affermano Antonino Pagano e Gianluca Rubino, amministratori del gruppo social -. È una notizia che non ci ha colto totalmente di sorpresa, ma che ci lascia l’amaro in bocca. Sappiamo tutti, infatti, che tra i dati ufficiali del contagio e quelli reali la forbice è enorme. Questo a causa di innumerevoli ritardi che a vari livelli hanno compromesso la sicurezza della popolazione vibonese, e della intera Calabria. Nei numeri ufficiali, che già spaventano, non sono, infatti, conteggiate le positività dei tantissimi che hanno fatto i tamponi presso strutture private, e questo per una serie di concause: prima fra tutte la mancanza dei reagenti che ha costretto, per esempio, l’Asp di Vibo Valentia a inviare nuovamente i tamponi fuori regione».
Proprio alla mancanza di certezze sul reale numero di contagiati, i genitori contro la riapertura delle scuole fanno risalire i propri timori.
«Spesso – sottolineano – non si riesce a tracciare la catena del contagio a causa del fatto che da un lato sono moltissimi i contatti di un solo positivo, dall’altro pochissime le persone che si occupano del contact tracing. E notizia di poco fa il fatto che il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo ha emesso un’ordinanza per chiudere in via cautelativa i mercati a causa dell’aumento dell’indice di contagio. Appare dunque evidente che in questo caso si è formalmente vinto, ma si è anche lasciato il buonsenso in tasca, tutto ciò a svantaggio dei più piccoli».
Qui la decisione di non mandare i bambini a scuola, a prescindere dalla decisione del Tar. «Da un sondaggio lanciato sul nostro gruppo – concludono – risulta che la quasi totalità dei votanti intende lasciare i propri figli a casa. Il risultato, ancora una volta, potrebbe comportare la compromissione del diritto allo studio – che non è compresso in Dad in quanto il nostro ordinamento non lo associa mai alla modalità di fruizione – ed il diritto della tutela della salute. Continueremo, dunque la nostra battaglia, nel rispetto di tutte le opinioni e senza cercare contrapposizioni con alcuno, ma difendendo i nostri diritti».