L’anno del Covid, dell’andrà tutto bene… E del grande cuore calabrese – Video
I dodici mesi che vanno via hanno stravolto le nostre esistenze, lasciando ferite indelebili, lacrime e dolore. Ma anche storie di cuore e generosità.
È stato l’anno del Covid: un virus entrato prepotentemente nelle nostre vite, stravolgendo la quotidianità. È stato l’anno del lockdown che ha svuotato strade e negozi. L’anno dell’Andrà tutto bene, anche se tutto bene non è andato affatto. L’anno della didattica a distanza e dei tablet che, nella carenze di risposte del sistema, talvolta sono stati consegnati direttamente dai carabinieri, essi stessi protagonisti di una vera e propria gara di solidarietà. E’ stato l’anno del dolore e della solitudine. Ma è stato soprattutto l’anno del cuore. Un cuore che spesso ha pianto e che talvolta ha dato grande sollievo. Un cuore che vogliamo raccontare attraverso le parole.
Parole come «Mamma»
La ricordate l’anziana ospite della casa di riposo Villa delle Rose di Monterosso, che teneva in braccio il suo bambolotto, «Franco». Lo accudiva e coccolava, rivivendo i primi giorni di vita di suo figlio. Quel bambolotto divenuto per lei una terapia non farmacologica, più potente di qualsiasi altra medicina, che ha alleviato i sintomi della demenza senile e della solitudine, in un’oasi protetta nel cuore della pandemia.
Parole come «Abbraccio»
La pronunciò nonna Vittoria, accogliendo in casa due angeli custodi, i volontari dell’associazione Prociv Augustus di Vibo Valentia, che le portavano la spesa a casa mentre lei, impossibilitata a muoversi, e sola a causa delle restrizioni anti-contagio, aspettava e desiderava. Quella sera ha cenato con il pane. Erano settimane che non l’assaggiava, arrangiandosi con ciò che aveva in dispensa. Quel sapore, quella fragranza: «È stato come ricevere un caldo abbraccio».
Parole come «Sorriso»
Quello ritrovato da papà Giacomo e dai suoi due bimbi, Valeria e Simone. È la famiglia di Paradisoni di Briatico che dopo l’appello lanciato attraverso il nostro network ha ricevuto una pioggia di amore e solidarietà, di doni e di speranza.
Parole come «Vita»
La vita della piccola Jacqueline e di sua nonna Marcela, che sta lottando per riportarla a casa. La bimba di quindici mesi di Rombiolo, nel Vibonese. È in coma vegetativo dopo aver contratto una non comune meningo-encefalite pneumococcica. Ricoverata dallo scorso mese di febbraio nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’Annunziata di Cosenza, potrebbe essere dimessa, ma previa assistenza h24 che l’Asp di Vibo Valentia può garantire, ma solo in parte. Jacqueline ancora aspetta.
Parole come «Principessa»
E Principessa non è la protagonista di una fiaba, ma di una storia d’amore cristiano, di fede e di carità. Si chiama Teresa. Don Felice Palamara, ha ottenuto dal giudice il suo affidamento. Donna anziana e fragile, bisognosa d’aiuto. Semplice, umile, che fino a poco tempo fa viveva da sola e di stenti in una vecchia casa di Pannaconi, frazione di Cessaniti, nel Vibonese.
Abbiamo raccontato tante storie
Storie di dolore ma anche di speranza. Abbiamo visto scendere tante lacrime amare, che il grande cuore dei calabresi ha saputo talvolta asciugare. Abbiamo così anche visto germogliare il seme della speranza, grazie alla solidarietà. Ci abbiamo provato e ci siamo riusciti. E continueremo a farlo anche nel 2021.