Fondazione di Natuzza: il vescovo ripristina il decreto di religione e culto
Accordo fra le parti in causa per porre fine allo scontro sulle mancate modifiche allo Statuto dell’Ente richieste da monsignor Renzo
Come anticipato nei giorni scorsi da Il Vibonese, la controversia tra diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati sul tema delle mancate riforme dello statuto richieste oltre tre anni fa dal vescovo Luigi Renzo, sta volgendo a soluzione. Ieri il presidente dell’Ente morale Pasquale Anastasi, nel corso dell’assemblea dei soci, ha confermato l’imminente accordo tra le parti, con tanto di comunicazione di lettera inoltrata sull’argomento dal prefetto della Congregazione per il Clero Beniamino Stella, in cui si dichiara che è emerso il desiderio delle parti di chiudere la partita in modo tale da consentire “di aprire finalmente le porte della chiesa di Paravati ai numerosi fedeli devoti della spiritualità di Natuzza Evolo, e in particolare dei Cenacoli di preghiera”. Oggi giunge la nota con cui la diocesi annuncia che il presule miletese, con decreto Protocollo numero 42/20/V del 27 luglio 2020 ha stabilito di ritirare formalmente i suoi precedenti provvedimenti in merito al decreto di divieto di culto e religione e ciò pone automaticamente fine ai ricorsi gerarchici in atto alla Santa Sede. Quindi, con documento ufficiale monsignor Renzo ha provveduto a ripristinare il decreto di religione e di culto all’Ente morale, sorto anni fa per la realizzazione della Villa della Gioia. [Continua]
“Il rapporto pastorale con la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” – si afferma nella missiva – è stato oggetto di particolare attenzione in questi giorni nell’animo del vescovo e in quello della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, che hanno vivamente a cuore il bene spirituale e materiale della comunità dei fedeli e devoti a Natuzza Evolo. Come il vescovo ha scritto nel suo Editto di apertura della causa di beatificazione del 20 febbraio 2019, «La fama di santità della serva di Dio, mamma esemplare di cinque figli è viva tra i fedeli di questa diocesi e aumenta sempre più. Le sue virtù, che tutti ammirano, il suo sconfinato amore per il Cuore di Gesù e per il Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, oltre che per i poveri e i bisognosi, l’accettazione della sofferenza eroica sul modello del crocifisso, la sua fede incrollabile ed il profondo senso di obbedienza alla Chiesa, ne sono la chiara testimonianza».
La causa di Natuzza è nei pensieri e nelle attese di tutti, per cui era doveroso superare la situazione di stallo nei rapporti tra la Diocesi e la Fondazione”. Nella nota, si evidenzia poi che la Congregazione per il Clero, “che per competenza da anni segue la tematica canonica connessa con la vicenda”, ha voluto promuovere di recente “diversi incontri tra l’ordinario diocesano e rappresentanti della Fondazione, sulla base dell’interesse condiviso per il bene del Popolo di Dio”. E, visti i “dati i positivi risultati emersi dagli incontri” e ai fini “della desiderata approvazione del nuovo Statuto della Fondazione”, ecco il ripristino del decreto di religione e di culto da parte di monsignor Renzo che, di fatto, evita lo scioglimento dell’Ente. Il vescovo – conclude la nota – auspica vivamente che sia stato così aperto il tempo in cui la «grande e bella chiesa» di Paravati possa essere prima possibile consacrata e resa disponibile al culto perché divenga, come è nel desiderio di tutti, un centro di vita spirituale, eucaristica e mariana, secondo le intenzioni di Natuzza Evolo, destinato ai pellegrini, in special modo a quelli appartenenti ai “Cenacoli di Preghiera”.