Da Vibo alla Columbia University: la storia di Eleonora, unica italiana ammessa
Il sogno di diventare giornalista, le esperienze all’estero e la lettera di ammissione: ad appena 23 anni Eleonora Francica si conferma una giovane eccellenza
Le radici a Vibo Valentia, il presente ad Albano Laziale, il futuro negli Stati Uniti a scrivere pagine importanti della sua vita ma soprattutto delle vite degli altri. Il sogno di Eleonora Francica prende corpo proprio in questo periodo di quarantena da coronavirus. Vuole fare la giornalista, vuole farlo ad altissimi livelli e probabilmente ci riuscirà. Perché è di questi giorni la lettera con cui la Columbia University di New York le ha comunicato di essere stata ammessa – unica italiana – al Master of science in Journalism per l’anno accademico 2020-2021. Qui ci è arrivata dopo avere superato vari livelli di selezione e una application estremamente rigorosa. Alla Columbia, infatti, ci entra appena il 6% degli studenti di eccellenza, i laureati o laureandi che hanno una media prossima al 30, nei valori italiani.
Eleonora, 23 anni compiuti a gennaio, è originaria di Porto Salvo, frazione di Vibo Valentia, dove torna ogni estate per incontrare amici e parenti. Da qui il padre, Giuseppe Francica, è volato (letteralmente, è pilota Alitalia) in provincia di Roma, dove si è stabilito con la moglie Michela e dove la figlia è cresciuta, diplomandosi al liceo classico. Ora sta frequentando l’ultimo anno dell’università americana John Cabot, che ha sede a Roma, per conseguire una doppia laurea: in Relazioni internazionali (laurea major) e Filosofia (laurea minor). Un percorso che le ha offerto la possibilità di rapportarsi con docenti e colleghi di prestigiosi atenei internazionali, e dove ci è arrivata grazie ad una borsa di studio. Un’altra borsa se l’era aggiudicata lo scorso anno, riuscendo a frequentare un semestre a New York alla New school university. Semestre che le è valso anche una collaborazione da inviata per “La voce di NY” (giornale per italoamericani) all’Onu, terminata proprio a gennaio 2020. Poi l’arrivo dell’epidemia e la quarantena. Che non ha fermato, ha solo rallentato un volo già spiccato…