Coronavirus, verso annullamento delle “Affruntate” nel Vibonese
Lettera del vescovo Luigi Renzo ai sacerdoti: «Raccogliete le eventuali iscrizioni dei portatori, ma è chiaro che non se ne farà nulla se le cose dovessero restare come sono»
In questo momento di sofferenza per l’emergenza coronavirus, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo, con una lettera indirizzata ai sacerdoti li ringrazia per l’impegno, per i sacrifici profusi e per la testimonianza d’amore che stanno offrendo alle loro comunità. Lo stesso, facendo sue le parole rivolte dal presidente della Cei Gualtiero Bassetti, li raccomanda poi alla Madonna di Romania, “nostra patrona, anche se il prossimo 27 marzo non potremo rinnovare pubblicamente l’atto di affidamento della diocesi a lei nella concattedrale di Tropea. Stiamo vivendo in quarantena e con sacrificio questa Quaresima, priva delle celebrazioni tradizionali – sottolinea il presule – ma nel nostro cuore manteniamo il filiale attaccamento al Signore in attesa che tutto presto finisca per poter respirare a pieni polmoni l’aria della risurrezione. Nel farci tutti questo augurio, vorrei raccomandarvi la piena adesione alle proposte devozionali che ci vengono dal Santo Padre e dalla Conferenza episcopale italiana».
Monsignor Renzo si riferisce, in particolare, alla recita personale o in famiglia del rosario, il prossimo 19 marzo alle 21, nel giorno in cui si festeggia San Giuseppe, «custode della Santa Famiglia e patrono di tutta la Chiesa». Un appuntamento che vuole avere il significato simbolico «di una supplica che nella fede unisce l’intero paese», coinvolgendo fedeli, famiglie e comunità religiose, «unite altresì alla proposta di esporre dalla propria finestra delle case un piccolo drappo bianco o una candela».
Sulle celebrazioni della Settimana Santa, invece, spiega che nei prossimi giorni saranno date indicazioni precise, «in spirito di armonia anche con le altre comunità cristiane d’Italia e della Calabria». Nella sua lettera, infine, il vescovo miletese affronta il tema forse più sentito in diocesi: quello delle “Affruntate” di Pasqua. Anche perché «in tanti stanno chiedendo delucidazioni sul da farsi. Per non trovarci impreparati – conclude – qualora il coronavirus si degnasse di rientrare in se stesso lasciandoci finalmente in pace, cosa purtroppo al momento impensabile -, consiglierei con molta prudenza di raccogliere lo stesso le eventuali iscrizioni dei “portatori”, ma con il chiaro intento che non se ne farà nulla se le cose dovessero restare come sono».