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Coronavirus, le testimonianze dei vibonesi al Nord: «Come in un film ma siamo fiduciosi»

Strade semideserte, scuole chiuse e attività culturali cancellate. Come vivono l’emergenza legata alla diffusione del virus tanti cittadini originari del Vibonese? Lo raccontano loro sui social

Coronavirus, le testimonianze dei vibonesi al Nord: «Come in un film ma siamo fiduciosi»
Piazza Duomo a Milano

Come stanno vivendo i vibonesi al Nord l’emergenza coronavirus? Il virus partito dalla lontana Cina, unisce e al contempo divide l’Italia. Dalle zone rosse, alla fuga dai focolai, passando per l’assalto ai supermercati, le speculazioni sull’acquisto di disinfettanti e mascherine, i voli cancellati, le scuole chiuse per settimane. Sono questi e molti altri i volti di un’emergenza che in poche settimane ha stravolto il modo di vivere dei cittadini. E mentre l’attrezzato Nord affanna e conta centinaia e centinaia di pazienti risultati positivi ai test, al Sud – almeno in termini numerici – la situazione appare un po’ più tranquilla. [Continua]

Le testimonianze dei vibonesi al Nord

Sono tantissimi i vibonesi che per motivi di lavoro, studio o questioni di salute si trovano costretti nelle regioni settentrionali in grandi città improvvisamente svuotate di ogni cosa: di cultura, di socialità, di vita. E c’è anche chi, proprio a causa dei voli cancellati, non riesce a rientrare al Sud. Le testimonianze viaggiano veloci attraverso la rete e vengono raccontate sui social. Nel gruppo “la voce di Vibo Marina e delle Marinate”, che conta oltre 5mila membri,  in molti descrivono la loro mutata quotidianità. Come tantissimi tasselli di un puzzle, si ricostruisce la vita di tanti compaesani al Nord.

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«A Trieste – commenta un utente – scuole e università chiuse. Gli impianti sportivi rimangono aperti ma in giro c’è un pò meno gente e di conseguenza ne risentono i piccoli e medi commercianti». C’è chi invece parla da Milano: «Centro commerciali e negozietti chiusi mentre in ospedale si entra dalle 12 alle 14 e poi la sera dalle 18 alle 20. Sono molto severi», oppure da Torino: «Allerta rossa e scuole chiuse», scrivono. Ancora in Lombardia, a Como la situazione viene descritta come “pesante” con strade semivuote e chiusura delle attività. Medesimi sentimenti attraversano Bergamo: «Si respira tensione – dicono gli utenti aggiungendo – tre persone su cinque indossano la mascherina e si fa molta attenzione alle distanze. Strade poco trafficate e locali semideserti». Una situazione da film, come specifica qualcun altro nei messaggi: «nei supermercati tanti scaffali vuoti, si esce solo per necessità».

La situazione nei pressi delle zone rosse

Casi limite nei pressi delle zone rosse: «La gente si guarda male e c’è paura anche solo di tossire se qualcosa va di traverso», testimoniano.

Anche a Bologna si cerca di evitare luoghi affollati: «Si va avanti con un pò di cautela», afferma un membro del gruppo. Da Treviso segnali positivi: «Qui poco allarmismo. La situazione non è così grave come dicono in tv, è tutto sotto controllo». Sulla stessa scia i commenti che giungono da Padova: «In ambulatorio da me si lavora con cautela, si entra singolarmente e si filtrano i pazienti. Grazie ai programmi, inoltre, i farmaci arrivano in farmacia in tutto il Veneto». Quadro sereno anche in Toscana e in Lazio: «Per precauzione seguiamo le direttive governative», assicura un’altra utente. Ancora in Emilia Romagna segnalato qualche disagio: «Ci sono stati dei morti, cinema ed eventi sospesi, scuole chiude. La situazione non è tanto normale soprattutto per i genitori che lavorano». A Pavia invece « il lavoro è calato vertiginosamente e metà personale è stato lasciato a casa per un tempo ancora da definire». Quanto emerge dalle conversazioni social, insomma, è una fotografia reale di come viene percepita l’emergenza. Dall’inevitabile sentimento di timore e spaesamento, alla speranza che questa difficile fase, con un po’ di pazienza, potrà essere superata.

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