E se il prossimo Papa fosse calabrese? Il cardinale Battaglia tra i nomi più popolari per la successione a Bergoglio
Originario di Satriano e attuale arcivescovo di Napoli. Si considera un “prete di strada” ed è stato l’ultimo porporato nominato da papa Francesco, quasi un passaggio di testimone

Nei corridori del Vaticano si discute già di candidature e ad emergere sono due linee distinte: la continuità, sulla strada tracciata da papa Bergoglio, fa da contraltare alle proposte a favore di un pontefice di provenienza straniera. A favore della prima gioca l’enorme appeal che papa Francesco ha dimostrato di possedere nella comunità cristiana, con centinaia di migliaia di fedeli venuti da tutto il mondo per i suoi funerali unitamente ai potenti della Terra, circostanza che la Chiesa non può ignorare. Tra i papabili “bergogliani”, in pool position c’é il cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna considerato “prete di strada”, ma da qualche giorno ha iniziato a girare un nome nuovo: quello del cardinale Domenico Battaglia, nato a Satriano (Catanzaro) e attuale arcivescovo di Napoli. Egli è l’ultimo porporato nominato da papa Francesco, grazie alla rinuncia di un prelato asiatico. Quasi un passaggio di testimone. Un segno dello Spirito Santo? Di certo l’ipotesi raccoglie grandi consensi tra i fedeli calabresi, che a migliaia stanno auspicando sui social che possa essere proprio lui il successore di Bergoglio.
Dalla sua parte c’è anche la “giovane” età (classe 1962) per cui potrebbe essere “The young Pope”, come immaginato dal regista Paolo Sorrentino nel suo celebre film. Anche lui è un “prete di strada”, con una idiosincrasia per i salotti e i riflettori, amico dei fragili, degli esclusi, dei detenuti, dei tossicodipendenti. Ultimamente anche “Repubblica” gli ha riservato un’intervista, in cui il prelato calabrese, parlando di Bergoglio, ha dichiarato in maniera quanto mai schietta: «C’è il rischio di beatificare papa Francesco a parole, per dimenticarlo nei fatti. Lui parlava chiaro, senza sconti. Come tutti i profeti. E ai profeti capita spesso di vivere la dinamica messa in pratica da Erode con il Battista: lo accoglieva, lo ascoltava, per poi fare l’opposto di quanto Giovanni predicava».
Don Mimmo, come viene chiamato, farà parte del Conclave ed è molto vicino agli insegnamenti di papa Francesco. «Fino all’ultimo abbiamo parlato di Napoli- ha dichiarato dopo i funerali del pontefice- da argentino sentiva affinità con il nostro popolo». Alla domanda su cosa direbbe ai “nuovi Erode” di oggi, il cardinale Battaglia ha risposto: «Direi: ascoltate il pianto delle madri, il silenzio dei morti, il grido dei poveri. Se non vi basta il Vangelo, lasciatevi almeno inquietare dalla vostra umanità, dalla vostra coscienza».
Da alcuni, per il suo desiderio di stare tra i dimenticati, gli ultimi, è già chiamato il Papa Francesco del Sud.