Quando papa Francesco incontrò Antonio il figlio “monello” di Natuzza Evolo che Padre Pio definì il «più buono e con il cuore grande»
Nicolace morto nel 2021 ha incontrato Bergoglio nell’aprile del 2019, qualche giorno dopo l’avvio della causa di beatificazione della mamma. Al Pontefice portò una foto della mistica di Paravati


Sono passati quattro anni dalla morte di Antonio Nicolace, uno dei cinque figli della Serva di Dio Natuzza Evolo. Il “monello” di casa per la mistica scomparsa nel giorno di Ognissanti del 2009, dopo una vita spesa per la salvezza delle anime e per dare conforto alle persone. Quello “più buono e con il cuore grande“, invece, secondo Padre Pio, come ebbe modo di dire durante uno storico incontro avvenuto nel 1962 tra i due a San Giovanni Rotondo. Era la mattina del 27 aprile del 2021 quando l’ex impiegato della Provincia di Vibo Valentia si accasciava improvvisamente al suolo davanti ai propri familiari, mentre svolgeva dei lavori in un terreno di proprietà situato alla porte di Paravati. L’allora 73enne è stato stroncato da un arresto cardiaco. Inutili gli interventi dei carabinieri e dei sanitari giunti sul posto. Il figlio della Serva di Dio da quando era andato in pensione stava dedicando tutto se stesso per testimoniare la santità e le virtù eroiche dell’umile donna calabrese. Quasi come se presagisse una sua dipartita terrena e sentisse l’obbligo morale e religioso di portare avanti la missione della propria mamma. In maniera diversa e, tuttavia, con la stessa umiltà di colei che lo aveva messo al mondo, amando stare lontano dai riflettori e, nel contempo, rendendosi sempre disponibile con i gruppi di pellegrini che chiedevano racconti o aneddoti su una madre così speciale.
In questo contesto, all’indomani della morte di Papa Bergoglio e dei suoi funerali – celebrati in piazza San Pietro tra centinaia di migliaia di fedeli accorsi da tutto il mondo – è bello ricordare uno dei momenti per lui più emozionanti, quello in cui negli stessi giorni del mese di aprile del 2019 si è recato di persona in Vaticano per incontrare il Sommo Pontefice venuto dalla “fine del mondo”. Chi ha avuto la fortuna di averlo come amico ricorda ancora oggi l’orgoglio e la commozione con cui giorni dopo raccontava con le lacrime agli occhi le fasi di questo episodio. Antonio si è presentato da Papa Francesco vestito di tutto punto, con in mano un’immaginetta dell’amata mamma, donna che il suo interlocutore ha dimostrato di conoscere bene. Subito dopo ha fatto vedere al pontefice la foto e il retro con la preghiera scritta di proprio pugno dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea dell’epoca, monsignor Luigi Renzo.
Lo stesso presule che all’indomani della morte di Mamma Natuzza – nel corso dei funerali celebrati di fronte a migliaia di pellegrini nella grande spianata della Villa della Gioia – aveva affermato con forza che lei era “già santa tra i santi del cielo” e che, dieci anni dopo, il 6 aprile del 2019, ne avrebbe avviato il processo di beatificazione. Nella stessa giornata romana, grande la commozione espressa dal “discolo” di casa Nicolace anche per l’incontro avuto in precedenza con un’altra eminente figura della Chiesa universale, il cardinale Angelo Comastri. Nell’occasione l’allora vicario generale per la Città del Vaticano gli ha regalato due suoi volumi dal significativo titolo “Il Crocefisso è vivo” ed “Ecco la tua mamma”. Libri che il figlio della mistica custodiva gelosamente. Presso la Santa sede è stato allora accompagnato dalla moglie Eleonora. Di quella giornata, oggi, rimane solo il mesto ricordo. Nel frattempo, come detto, Antonio è morto e da pochi giorni ha lasciato questa terra anche Papa Bergoglio. Piace pensare che i due ne stiano parlando pure in cielo… questa volta insieme alla sua adorata mamma.