È vibonese il gelataio di Papa Francesco: «I suoi gusti preferiti? Quelli semplici, la prima torta era con i limoni della nostra terra»
Per puro caso ha aperto la sua attività proprio nel giorno in cui Bergoglio è stato eletto al soglio pontificio. Dopo il primo dolce regalo fu subito amore: «Per 12 anni lo abbiamo stupito con gelati e sorbetti, avevamo carta bianca e lui era molto curioso»

È originario di Vibo Valentia il gelataio di fiducia di Papa Francesco. Il suo nome è Francesco Ceravolo e per lunghi anni ha rifornito il Santo Padre, deliziandolo, con gelati, torte e sorbetti. «Abbiamo inaugurato l’attività proprio nel giorno in cui Bergoglio è stato eletto al soglio di Pietro», racconta Ceravolo ai microfoni di Corriere Tv. Una coincidenza da cui è partito un legame destinato a diventare ben solido.
«La prima torta che abbiamo regalato al Papa aveva raffigurato San Giorgio, come omaggio al suo nome di battesimo. Era con crema chantilly fatta con limoni del sud Italia, poiché noi veniamo dalla Calabria e ci tenevamo». Da quella prima torta fu subito amore: la gelateria di Borgo Pio, a Roma, ha iniziato a collaborare con lo staff del pontefice.
«Lo stupivamo con gelati e sorbetti particolari. E anche con torte a sorpresa e tutte legate a temi cui teneva molto: da quella dedicata ai migranti a quella realizzata per la Giornata dalla gioventù, fino alla torta fatta dai piccoli pazienti oncologici del Bambin Gesù», aggiunge il gelataio vibonese. Alla domanda quali fossero i gusti preferiti del Papa, Ceravolo alza le spalle e sorride: «Era una persona che più semplice non si può. Limone, mango, lo facevi felice con un sorbetto. Ma era anche molto curioso, per ogni torta a sorpresa che gli portavamo voleva subito tagliare una fetta per capire cosa ci fosse dentro. In dodici anni abbiamo sempre avuto carta bianca e lui si divertiva con le sorprese che gli preparavamo».
La notizia della morte del Papa ha addolorato il gelataio calabrese e il suo staff: «Siamo rimasti sgomenti. Quando l’ho saputo, ero con quattro colleghi di cui tre atei che piangevano come fossero credenti. Papa Francesco ci ha lasciato moltissimo».
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