mercoledì,Aprile 23 2025

«La Scuola non parla di femminicidi», a Vibo Valentia gli studenti scendono in piazza contro la violenza di genere – VIDEO

Centinaia di ragazze e ragazzi degli istituti superiori hanno attraversato il centro cittadino con cartelli e slogan per dire no al silenzio. Dal corteo un appello alla consapevolezza, all’educazione e all’impegno collettivo

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Centinaia di studenti provenienti dagli istituti superiori di Vibo Valentia hanno attraversato questa mattina le strade cittadine manifestando contro la violenza sulle donne e i femminicidi. Striscioni, cartelli e slogan per esprimere dolore e indignazione per una piaga che continua a colpire il Paese. Il corteo, partito da Piazza Municipio, ha poi percorso le vie del centro storico per fare ritorno in piazza, dove gli studenti hanno dato voce alla richiesta di giustizia e cambiamento, ribadendo l’impegno delle nuove generazioni nella lotta contro ogni forma di violenza di genere.

«Noi siamo il grido di chi non può gridare più, siamo qui per chi ancora ci crede, perché si può cambiare ma dobbiamo farlo tutti» ha affermato una studentessa, «secondo me è anche un problema generazionale, un qualcosa per cui c’è ancora oggi tanta omertà. Si parla davvero poco di questa tematica, anche nelle scuole. Dovremmo tutti sensibilizzare il prossimo per far capire quanto è importante affrontare questi temi» e poi «molto spesso vediamo questa problematica come una cosa lontana rispetto a noi. Leggiamo i giornali e pensiamo che non può toccare noi, ma purtroppo non è così».

Un pensiero che oggi risuona ancora più forte alla luce degli ultimi tragici fatti di cronaca: le uccisioni di Laura Papadia, Sara Campanella e Ilaria Sula, tre giovani donne vittime di efferati femminicidi (nel giro di una settimana) che hanno sconvolto il Paese. A questi casi si aggiunge la recente e discussa sentenza sul caso di Filippo Turetta, in cui si è stabilito che le 75 coltellate inferte alla sua vittima, Giulia Cecchettin, non rappresenterebbero crudeltà, bensì “inesperienza” dell’assassino. Una decisione che ha suscitato rabbia e sgomento, soprattutto tra i giovani, sempre più consapevoli della necessità di un cambiamento profondo nella cultura e nella giustizia. «La 76esima coltellata te l’ha data il Governo» recita uno dei cartelloni tenuti in alto dagli studenti vibonesi.

Secondo l’ultimo report del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, nel 2024 in Italia sono state uccise 113 donne, 99 delle quali in ambito familiare o affettivo. Di queste, 61 hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex partner. Una piaga da combattere partendo da atteggiamenti spesso sottovalutati: «Spesso, soprattutto in gruppi di ragazzi, si tende a giustificare alcuni comportamenti considerandoli magari scherzi – ha aggiunto uno studente vibonese -. Anche questo è sbagliato e non fa che alimentare una cultura sbagliata, che prepara il terreno a forme di violenza più gravi».

Infine un appello, ai propri coetanei ma non solo, per un maggior coinvolgimento: «Ci aspettavamo una partecipazione ancora maggiore. Molti ragazzi prendono queste manifestazioni come una scusa per non andare a scuola, per farsi una passeggiata. Vorremmo che prendessero parte a questi momenti assieme a noi, che prendessero una posizione, per dare l’esempio. Vale per la comunità studentesca ma anche per la cittadinanza, oggi in tanti ci guardavano o facevano foto, ma dovremmo essere tutti uniti perché questa è una battaglia comune».

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