Emergenza randagismo, la proposta: «Serve un tavolo permanente tra Asp, Comuni e associazioni»
Ieri l'incontro promosso dal Rotary Club Hipponion di Vibo Valentia che ha coinvolto volontari e istituzioni. Mercatante (Oipa): «L'Azienda sanitaria provinciale dovrebbe intervenire a supporto dei canili presenti sul territorio»

L’hotel 501 di Vibo Valentia ha ospitato nel pomeriggio di ieri l’evento promosso dal Rotary club Hipponion incentrato sulla tematica del randagismo, fenomeno in preoccupante crescita sull’intero territorio della provincia, come denunciato nei giorni scorsi dall’associazione Argo. Obiettivi principali dell’incontro sono stati l’analisi del problema e la proposta di soluzioni efficaci per risolverlo.
I lavori sono stati aperti dal saluto e dalla introduzione del presidente del club vibonese, Eleonora Cannatelli, seguito dall’intervento dell’assessore alle Politiche sociali, Lorenza Scrugli, in rappresentanza dell’amministrazione comunale che ha sottolineato: «Non è pensabile ai nostri giorni che nonostante un’attenta programmazione, la volontà delle istituzioni, la sinergia di tutti quegli attori coinvolti cittadini compresi, siamo ancora costretti a parlare di emergenza randagismo, pur dovendo dire che siamo qui a mettere in evidenza le solite criticità, ci troviamo atavicamente nell’incapacità di utilizzare adeguatamente i fondi. Io vi posso dire che il Comune ha assunto una responsabilità forte, ovvero quella di creare un canile polifunzionale, dotato anche di una zona sanitaria, per questo bisogna sedersi ad un tavolo e collaborare perché non bisogna trattare il tema solo quando capita il fatto di cronaca, ma dialogare continuamente».
La proposta
La parola è subito passata ai relatori presenti, che hanno posto all’attenzione del pubblico vari punti rilevanti, a partire da Samantha Mercatante, rappresentante dell’Organizzazione internazionale protezione animali: «A Vibo uno dei problemi principali è l’assenza di un canile sanitario, e nonostante ciò l’Asp dovrebbe comunque dotare le strutture presenti di alcuni box da utilizzare per svolgere la profilassi sanitaria sugli animali. Un altro problema è che la maggior parte dei comuni non ha convenzioni con i canili, ed in molti non vogliono nemmeno spendere soldi per i cani che poi nei fatti restano per strada. Quindi ad oggi è molto difficile collaborare, perché dall’altro lato si trova un muro, ma è necessario che vengano coinvolte le associazioni che non possono rimanere le sole a controllare tutti gli aspetti che da questo problema ne conseguono, per cui noi proponiamo la creazione di un tavolo permanente tra le associazioni, l’Asp ed i comuni ed affrontare insieme questa problematica».
Ad aprire, invece, con un focus a 360 gradi sui canili sanitari, è stata Marika Barreca dell’associazione Argo, che ha posto l’accento sulle funzioni dell’associazione e l’impatto positivo che possono avere nella gestione del randagismo, intervento che si è collegato a quello di Elisabetta Naso (Amore randagio) mirato a spiegare le difficoltà che si incontrano sul nostro territorio in tal senso e sul fronte delle adozioni, penalizzate dall’arduo iter da seguire. Hanno chiuso i lavori gli interventi di Roberto Mazzitelli (Lega anti vivisezione) e Stefania Mazzeo in cui sono stati esposti i dati del randagismo che registrano i loro picchi massimi soprattutto nelle regioni meridionali, legandosi anche ai maltrattamenti di diversa natura e le strategie progettuali da mettere in atto per far nascere realmente le proposte avanzate dagli interventi precedenti. Dunque, un’iniziativa che dalle premesse sembra aver posto le basi per un lavoro futuro che, magari produrrà i suoi risultati, ai posteri l’ardua sentenza.