Stop al bullismo, il dibattito a San Costantino: focus sul ruolo della scuola e quello delle famiglie
Molto partecipato l'incontro che tra i momenti più significativi ha visto la toccante testimonianza della mamma di Domenico Mazzeo, il 13enne morto improvvisamente nel 2023 mentre si trovava a scuola


Ha destato grande interesse e partecipazione l’incontro-dibattito “Stop al bullismo” promosso a San Costantino Calabro dall’associazione “Disabili senza barriere” in sinergia con il Centro antiviolenza “Attivamente coinvolte”. L’evento pubblico si è svolto all’interno dell’edificio parrocchiale che sino a qualche anno fa ospitava l’asilo gestito dalla congregazione delle Suore della Carità. Tra i momenti più significativi, la commovente testimonianza della mamma di Domenico Mazzeo, il ragazzo morto nel dicembre del 2023 per arresto cardiaco davanti ai suoi compagni mentre si trovava a scuola a San Costantino.
Nell’occasione è stata presentata la maglietta con cui nel giorno del suo “compleanno in cielo” è stato ricordato un aspetto del giovane svelato dalla stessa madre Nunzia, quanto da lui scritto sulla propria scrivania di casa quando era ancora in vita. La frase: “Non avere paura di essere preso in giro”, che al di là della sua brevità vale più di mille parole e porta tutti ad interrogarsi su un tema di grande attualità come quello del bullismo. Il programma dell’iniziativa, dopo i saluti e l’introduzione dell’instancabile presidente di “Disabili senza barriere” Rocco Deluca, ha previsto gli interventi in sala dell‘assistente sociale Tania Ira Ira e della psicologa Lorena Maris, entrambe costantemente impegnate in “Attivamente coinvolte” a prevenire e contrastare la violenza di genere, in qualsiasi sua sfaccettatura e forma.
In questo contesto la Ira Ira si è soffermata sul ruolo di sentinella che la scuola deve assumere per arginare questi fenomeni, ma anche sulla responsabilità che hanno i genitori nella formazione dei propri figli, «i quali spesso rinunciano ad allearsi con la scuola e gli insegnanti». Dalla stessa esperta di settore anche un passaggio sull’aspetto normativo attinente alla materia. «Il bullismo – ha spiegato dal canto suo Lorena Maris – è anch’esso una forma di violenza, un atto intenzionale e persistente che riflette un’asimmetria nella relazione tra chi fa l’azione è chi la subisce. È un fenomeno di gruppo che coinvolge diversi attori sociali e che può essere fisico, verbale e in rete (cyberbullismo).
Le conseguenze – ha aggiunto – sono diverse, e possono provocare cambiamenti nell’umore, difficoltà a dormire o a rimanere concentrati, cambiamenti nell’aspetto fisico, nell’appetito o nel peso, rifiuto scolastico e modifiche nei comportamenti sociali». In conclusione anche la psicologa si è voluta soffermare sulle norme che tutelano questo fenomeno, in particolare sulla legge 71/2017 sul cyberbullismo, integrata dalla legge 70/2024 su bullismo e cyberbullismo. «La legge – ha sottolineato – è volta a prevenire e contrastare tali fenomeni in tutte le loro manifestazioni. Ricordiamo che i bulli rischiano accuse di diffamazione, molestie, diffusione illecita di immagini o video, sostituzione di persone, accesso abusivo al sistema informatico, trattamento illecito dei dati e istigazione al suicidio. Ricorda: “Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia hai scelto la parte dell’oppressore!”»