martedì,Marzo 25 2025

«Non siamo tutti ‘ndranghetisti», lo sfogo di Giusy Staropoli Calafati sullo scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro di San Luca – VIDEO

La decisione della Prefettura di Reggio Calabria accende il dibattito. La scrittrice di Briatico difende il valore della cultura e denuncia il rischio di spegnere la speranza di riscatto per un'intera comunità

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Scarse attività, conti in rosso e parentele scomode di alcuni amministratori: sono sostanzialmente questi i motivi che hanno portato la Prefettura di Reggio Calabria, nei giorni scorsi, a decidere per lo scioglimento del Cda della Fondazione Corrado Alvaro di San Luca, ente nato nel 1997 per onorare la memoria dello scrittore calabrese. Sono diverse in queste ore le reazioni al provvedimento del prefetto Clara Vaccaro, affidate soprattutto ai social e provenienti dal mondo della cultura, della politica, del giornalismo. Tra queste anche quella di Giusy Staropoli Calafati, scrittrice di Briatico impegnata nella valorizzazione degli scrittori calabresi e autrice del romanzo, pubblicato proprio nei giorni scorsi, dal titolo “Alvaro. Più di una vita”.

«Io ho voluto esprimere tutta la mia rabbia, la mia indignazione e la mia tristezza perché con questo provvedimento si spegne veramente l’ultimo faro acceso nella notte di San Luca – commenta ai nostri microfoni la scrittrice -. La Fondazione Corrado Alvaro è un presidio di cultura e i presidi di cultura sono presidi di legalità. Poi – aggiunge – siamo in un periodo particolare in cui ricorrono i 130 anni dalla nascita di Corrado Alvaro e la Fondazione in questo momento aveva un ruolo fondamentale non soltanto per San Luca ma per la Calabria intera».

Tra le questioni chiave che hanno portato al provvedimento della Prefettura il ruolo, all’interno della Fondazione, di un’associazione che avrebbe avuto «un peso preponderante nelle decisioni del collegio» e che – si legge nel provvedimento – «vede tra i propri componenti numerosi soci che presentano legami di parentela e affinità con persone ritenute contigue alle ‘ndrine afferenti al contesto territoriale di San Luca». 

Su questo punto Giusy Staropoli Calafati sentenzia: «Da questo provvedimento arriva un messaggio duro, del tipo “chiudete tutto e andate via”. Noi viviamo in paesi che sono molto piccoli e chi valuta queste situazioni deve prescindere dalle parentele. Io non posso subire quelle che sono le colpe di mio padre o di un mio zio. Viviamo in questo contesto, na non vuol dire che inevitabilmente siamo tutti ‘ndranghetisti. Continua a leggere su LaCNews24.it

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