Randagismo fuori controllo a Vibo, l’associazione Argo denuncia l’inerzia delle autorità sanitarie: «Situazione insostenibile»
Nonostante gli sforzi per pagare la degenza privata per gli esemplari sottoposti a sterilizzazione l'aumento di cucciolate persiste per la sospensione degli accalappiamenti

La situazione del randagismo nel territorio di Vibo sta raggiungendo livelli critici, con un aumento preoccupante di cucciolate abbandonate e una gestione definita «insostenibile» dal canile di Vibo. «Sono sempre più numerose le cucciolate rinvenute sul territorio – scrive in un comunicato stampa l’associazione Argo di Vibo -, con cani che continuano a riprodursi indisturbati. Sempre gli stessi che l’Azienda sanitaria non recupera neanche per la sola sterilizzazione con reintroduzione». L’associazione «più volte ha teso una mano per cercare di superare le problematiche che chi di competenza non riesce a risolvere. Da ultimo, infatti, ci siamo resi disponibili a pagare una pensione privata per la degenza dei cani sterilizzati da rimettere sul territorio, in attesa che vengano realizzati i box sanitari al Canile comunale o che l’Azienda sanitaria individui, come legge prevede, una struttura sanitaria dove svolgere il periodo di degenza».
«Purtroppo – denuncia ancora l’associazione – neanche questo è bastato in quanto dopo 10 giorni di attività si è tornati a creare problemi per interrompere il tutto. Gli accalappiamenti sono sospesi ci si attiva solo per il recupero di cuccioli dei soliti branchi. Sono 26 i cuccioli entrati nel canile negli ultimi due mesi, figli delle stesse madri da cui da maggio dell’anno scorso ad oggi si è permesso di farle riprodurre per ben tre volte. Come dobbiamo catalogarlo, benessere animale? La situazione – rimarcano dall’associazione – è diventata insostenibile».
«Per anni il servizio è stato funzionale e abbiamo potuto con sinergia lavorare bene nella risoluzione e monitoraggio sul territorio affinché i branchi diminuissero e la situazione fosse sostenibile. Oggi non è più così, il territorio è abbandonato a se stesso. Se i Comuni non hanno convenzione o non c’è posto, i cani vengono lasciati sul territorio a riprodursi senza fine. Ricordiamo che l’individuazione di una struttura per la degenza sanitaria, così come previsto dalla Legge, è competenza dell’Asp e non dei Comuni. Questa – hanno sottolineato – è una scusa che viene spesso utilizzata con la cittadinanza».
L’associazione Argo, conclude quindi con sarcasmo il suo intervento chiedendo «all’Asp quale sia il nominativo corretto da utilizzare quando ci si rivolge a chi di competenza del settore, così per non sbagliare data la situazione: responsabile “al” randagismo, o “del” randagismo?» e denunciando un’ultima situazione: «In foto, mostriamo una delle madri delle ultime cucciolate recuperate 10 giorni fa e lasciata in strada nonostante sia in condizioni non idonee di salute, per la quale chi di competenza ne ha espressamente vietato la cattura».