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“Rossa tra colline e mare”: viaggio all’origine della cipolla di Tropea, un’eccellenza divenuta simbolo del territorio

Il libro realizzato da Giuseppe Morello con Mario Greco è un racconto fotografico sulla coltivazione del prodotto tipico, sulle tradizioni e soprattutto su quanti, da generazioni, si occupano della sua lavorazione

“Rossa tra colline e mare”: viaggio all’origine della cipolla di Tropea, un’eccellenza divenuta simbolo del territorio

La cipolla rossa è ormai diventata una delle icone, sicuramente tra le più importanti, del territorio vibonese, biglietto da visita in tutto il mondo di una Calabria che esporta qualità attraverso un prodotto unico nel suo genere, da anni protagonista anche dell’alta cucina che ne ha riconosciuto la genuinità e la potenzialità, essendo talmente raffinato da poter essere utilizzato in maniera abbastanza versatile.

Rossa tra colline e mare

Dietro una creatura apparentemente semplice ma piena di intensità si nasconde un grande lavoro che si compone di tanti passaggi minuziosi tutti fondamentali e con radici antiche. Aspetti, questi, messi in risalto e donati al mondo dal fotografo Giuseppe Morello, originario di San Costantino di Briatico che nel suo libro “Rossa tra colline e mare” realizzato con Mario Greco ed edito da Rubbettino, attraverso quello che si può definire un vero e proprio racconto fotografico ha immortalato i momenti più importanti che nel volume seguono un plot narrativo fatto di immagini, dalla piantagione al prodotto finito, evidenziando aspetti della nostra realtà che sembrano avere un sapore antico, lontani dal vivere caotico ed immersi in un contesto oggi sempre più distante da noi, dalle nuove generazioni, in cui a spiccare è quel contrasto tra la bellezza di volti antichi, scolpiti dalle rughe e quelli ancora giovani, baciati dal sole, ma decisamente in netta minoranza rispetto ai primi.

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L’intento, ha dichiarato l’autore, era quello di: «Mostrare le mani ed i volti di tutti coloro che stanno dietro alla lavorazione della cipolla rossa, dato che tanti sono i libri in cui si parla di cipolla rossa ma nessuno di questi ha mai parlato di chi la fa nascere e ne segue ogni passaggio». Nella scelta del tema affrontato Giuseppe Morello si è legato a fatti autobiografici della propria giovinezza: «Alla cipolla rossa mi lega la tradizione in famiglia, portata avanti da mio padre, ricordo che anche io tornando da scuola mi recavo nei terreni della mia famiglia che tuttora porta avanti l’attività produttiva, infatti alcune foto sono state scattate in alcune mie terre, quindi il mio legame con questo prodotto è molto forte».

Legami di culture e generazioni

Dunque tre generazioni a confronto unite dalla tradizione che gli scatti di Morello evidenziano creando un contrasto – legame intorno ad una cornice scenica che è anche essa stessa una contrapposizione notevole, terra – mare. Ma questa non è l’unica componente forte che le foto di Morello trasmettono, infatti un’altra peculiarità molto potente è l’incontro tra due popoli.

Molto presente è, appunto, la raffigurazione di diversi migranti che di fatto si sono ormai sostituiti ad uno dei mestieri a cui oggi le nuove generazioni non sono avvezze e che grazie al loro operato non è scomparso come molti altri, riuscendo a mantenere vivo un settore ancora fondamentale e legandosi ad una cultura differente dalla loro grazie alle conoscenze dei nostri anziani, vere e proprie enciclopedie dalle quali si potrà attingere ancora per poco, aspetto limpido, anche questo che affiora dagli scatti di quelle mani piene di storia. Dietro un elemento semplice, tanto da raccontare, dove legami tra generazioni e culture si annodano come la treccia lega tra loro le cipolle rosse, sulle orme di una consuetudine, patrimonio inestimabile del nostro territorio.

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