Il Network LaC a Sanremo, cronache dal Festival: «Vi racconto chi vincerà e perché la Calabria deve essere fiera di Brunori»
Luca Arnaù, direttore della testata milanese LaCity Mag, è un giornalista, scrittore e sceneggiatore che da trent’anni scrive di spettacolo e gossip. Sarà lui l’inviato di punta del nostro network nella capitale della canzone italiana
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Genovese di nascita e milanese d’adozione Luca Arnaù è un giornalista, scrittore, sceneggiatore, direttore della neo-fondata LaCityMag del gruppo televisivo LaC Tv Network. Ha diretto di riviste e agenzie di stampa. Dal 1992 al 2004 ha iniziato per Il Secolo XIX, scrivendo articoli di cronaca e spettacolo. Nel 2004 capo redattore di cultura e spettacoli del quotidiano Fatti Nuovi diretto da Massimo Balletti. Luca Arnaù è un grande esperto del festival di Sanremo che inizia domani, martedì 11 febbraio, e catalizzerà l’attenzione dei media e del pubblico sino alla finale di sabato 15.
Luca, ma… perché Sanremo è Sanremo?
«Sanremo è la festa popolare per eccellenza, il posto dove la musica diventa tifo, dove ci si può schierare pro e contro. E questo è sempre stato lo sport preferito degli italiani. Nell’antica Roma c’erano i “bianchi” e i “rossi” dai colori delle tuniche degli aurighiche si sfidavano nel Circo Massimo e raccontano le cronache che i seguaci dei due opposti schieramenti raggiungessero livelli di vero e proprio fanatismo, che arrivava a contagiare ogni ceto. E Sanremo è il simbolo di una settimana in cui si può parlare di canzoni e canzonette senza timore di sembrare frivoli o fuori posto. È la realizzazione del detto latino semel in anno licet insanire, una volta all’anno è lecito impazzire che fa da valvola di sfogo alla nostra voglia di leggerezza, musica e divertimento».
Ma Conti farà Conti o sarà condizionato dai trionfi firmati Amadeus?
«Farà un festival più simile possibile a quello di Amadeus. Anche se personalmente sono abbastanza diversi: più flemmatico e british Amadeus, più toscanaccio e sanguigno Conti. Ma i rischi del diversificarsi troppo dai successi del suo predecessore sono troppo alti. Soprattutto perché il nuovo direttore artistico ha già fatto Sanremo: con risultati buoni, ma non con i picchi eccelsi di share del suo attuale predecessore».
Intanto la sentenza del Tar della Liguria guasta un po’ la festa.
«Più che altro la guasterà. Perché subito dopo la proclamazione del vincitore si aprirà una lotta che farà sembrare Il gioco dei Troni della nota serie tv una scampagnata domenicale. Perché, se da una parte Piersilvio Berlusconi ha detto di volersi tirare fuori dalla mischia, dall’altra Discovery (che, non dimentichiamolo, ha Amadeus) ha annunciato di voler provare a strappare il Festival alla Rai. E anche Amazon, dicono, ci sta pensando. La musica italiana funziona in tutto il mondo e l’appeal internazionale del Festival non sempre è stato valorizzato. Il rischio, però, è quello che – senza Rai – perda la sua anima popolare e diventi una specie di Festivalbar».
La Rai è paralizzata dal Cda che non riesce a trovare una maggioranza sul nome del nuovo presidente individuato in Simona Agnes.
«La Rai è paralizzata dalle correnti politiche e dalle nomine. E sembra non aver imparato la lezione di Tele Meloni che, fino ad oggi, ha incassato un flop dietro l’altro. Programmi come quelli di Monteleone, di Insegno, della Latella sono stati degli scappellotti niente male che hanno fatto precipitare lo share della rete nazionale a percentuali dal prefisso telefonico. L’insegnamento dovrebbe essere quello di far fare la tv a chi la sa fare: invece qui si continua a pensare di usare la tv per intruppare il pensiero unico nei telespettatori. Senza capire che, almeno in questa situazione, il telecomando in mano ce l’ha chi guarda. Simona Agnes è figlia diBiagio, che fu un grande giornalista e uno dei direttori generalistorici della RAI. Se riuscirà a mettere da parte la sua militanza politica e liberarsi dagli inevitabili condizionamenti, potrebbe essere un nome interessante».
La tua canzone preferita?
«Io sono un vecchio rockettaro. Ascolto pochissima musica italiana, odio il pop. Ma da buon genovese adoro De André. La preferita è Creuza de Ma, mi trasporta a casa, mi fa sentire i profumi della mia terra… Tra le canzoni di questo festival la migliore è quella di Brunori anche se Cristicchi non è male e mi piace anche Bresh. Ma ho l’impressione che siano tutte e tre troppo “alte” per ambire alla vittoria finale che si giocherà anche sulla capacità di coinvolgere il pubblico da casa. E scontrarsi contro cantanti acchiappa-like come Fedez, Tony Effe e Elodie non è facile con nessuno».
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