martedì,Febbraio 4 2025

La cipolla rossa tra duro lavoro e tradizioni secolari protagonista all’Alberghiero di Tropea

Dalla terra alla cucina: l'oro rosso di Calabria al centro del "Simposio Demeter" che ha visto in primo piano gli studenti del corso serale. Presenti anche i sindaci di Ricadi, Spilinga e Drapia

La cipolla rossa tra duro lavoro e tradizioni secolari protagonista all’Alberghiero di Tropea

Quando si unisce la formazione alla convivialità, la conoscenza alla coscienza della propria eredità culturale, si “gusta” con piacere. Ed è questa l’esperienza vissuta nel primo appuntamento dei “Simposi Demeter” nei laboratori dell’Alberghiero dell’IIS Galluppi di Tropea. Ad essere protagonisti studenti e studentesse del Corso serale, per tracciare l’identità mediterranea dei territori attraverso la riscoperta del buon cibo, del suo valore alimentare e salutare. La protagonista della serata è stata la cipolla rossa con tutte le sue proprietà nutraceutiche che sono state tradotte nella preparazione di diversi piatti attraverso alcuni show-cooking. Questo ortaggio ricoperto da una settantina di veli violacei e bianchi, dalla caratteristica forma oblunga e tonda, concentra una tradizione millenaria ricca di tanto lavoro e di esperienze che hanno incrociato i popoli del Mediterraneo ed intere generazioni di produttori e che oggi hanno fatto della cipolla rossa di Tropea un prezioso alimento non solo delle tavole della Calabria, ma dell’Italia e del mondo. È quello che è venuto fuori dagli interventi degli ospiti che hanno scandito l’evento nella master class, grazie al volume in un formato tascabile di Giuseppe Cinquegrana dal titolo “Oro Rosso di Calabria. Storie, miti e leggende della cipolla rossa di Tropea” (edito da Libritalia) uscito a novembre 2024 e già alla seconda ristampa. L’autore (docente e saggista di opere con taglio antropologico) in questo lavoro ha colto l’essenza della cipolla e raccolto testimonianze e proverbi facendo emergere anche il mondo delle credenze popolari.  

L’evento è stato presentato dal prof. Nicolantonio Cutuli (dirigente dell’IIS Galluppi di Tropea), mentre la prof. Giusy Laurà (docente di Scienza e Cultura dell’Alimentazione del Corso Serale) ha introdotto l’incontro formativo illustrando le proprietà alimentari della cipolla. Nello spirito dell’iniziativa formativa e conviviale sono intervenuti l’editore Enrico Buonanno, i sindaci Nicola Tripodi (Comune di Ricadi), Enzo Marasco (Spilinga), Alessandro Porcelli (Drapia), il dirigente scolastico Antonello Scalamandrè (Liceo “Capialbi” di VV). Ad approfondire le caratteristiche nutritive e terapeutiche con una lectio magistralis Simone Saturnino (agronomo). Ad arricchire il simposio sono inoltre intervenuti lo studente Francesco Messina (noto personaggio televisivo e chef influencer del canale social T’Appatumi) e lo studente Pablo Malerba (originario del Cile) che ha rievocato la tragica esperienza sotto la dittatura di Pinochet ma soprattutto che cosa ha significato per la sua generazione e per il popolo cileno, il grande poeta Pablo Neruda (premio Nobel per la Letteratura nel 1971) che, tra le altre innumerevoli composizioni, ha dedicato una famosa ode alla cipolla. A moderare gli interventi Nicola Rombolà (docente dell’IIS “Galluppi” di Tropea).

I simposi ispirati a Demeter si pongono il principale obiettivo di legare le diverse esperienze sotto il profilo formativo (con un taglio interdisciplinare) passando attraverso la dimensione antropologica e simbolica con cui si forma e si esprime la storia umana con al centro il cibo che assume un ruolo fondamentale, non solo per la sopravvivenza. Il cibo diventa il catalizzatore di esperienze di crescita umana, professionale, sociale e culturale, rappresenta una sfida e una forma di resistenza ai processi di omologazione in atto e di cancellazione delle identità, con nuove forme di colonizzazione e di depredazione. Si pensi allo straordinario valore salutare che ha la cipolla, ma anche ad altri prodotti tipici del territorio (‘nduja, pecorino del Poro) che vanno a tracciare la dimensione materiale (agricoltura, enogastronomia e turismo), e immateriale (cultura e tradizione) mettendo insieme il lontano passato con il presente, creando così un ponte nella nostra storia, appunto l’identità mediterranea.

Il cibo buono coltivato nel rispetto di Madre Terra (Demeter) fa bene al corpo e allo spirito. Per cui l’atto della coltivazione e trasformazione del prodotto rappresenta un elemento dal potente significato simbolico nella storia evolutiva dell’umanità da quando l’uomo ha conquistato il fuoco e quindi ha iniziato a cucinare, segnando il passaggio dalla “natura alla cultura” (come ha affermato il grande antropologo Claude Levi-Strauss in Mitologica. Il crudo e il cotto, 1964). Tutelare e restituire la sua identità storica, il suo valore tradizionale come eredità delle generazioni passate, attraverso il legame con il territorio e le comunità, è molto importante affinché non vengano recise le radici che hanno dato linfa vitale alla storia umana. L’attuale sistema sempre più industrializzato e automatizzato sta cancellando queste impronte e con esse il racconto del cibo; e senza questa esperienza l’uomo sarà destinato a non riconoscere il sapore, il gusto, la sensibilità estetica, a non avere più memoria e a perdere la sua stessa identità, per cui diventerà un Ogm, non più in grado di produrre né arte, né letteratura, né emozioni ma solo artifici e cibi artificiali.                 

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