giovedì,Gennaio 30 2025

Mattarella conferisce la Medaglia d’onore a Domenico Caruso, l’artigliere di Filadelfia morto in Germania i cui resti sono tornati a casa dopo 80 anni

Fu uno dei tanti soldati italiani che non aderirono alla Repubblica di Salò e furono deportati. Le sue spoglie riportate nel Vibonese nell'ottobre scorso, ora il riconoscimento consegnato al nipote nella Prefettura di Verona

Mattarella conferisce la Medaglia d’onore a Domenico Caruso, l’artigliere di Filadelfia morto in Germania i cui resti sono tornati a casa dopo 80 anni
Domenico Caruso, a destra la cerimonia nella Prefettura di Verona

È tornato a casa ottant’anni dopo la sua morte. Filadelfia nell’ottobre scorso ha accolto i suoi resti, contenuti in una cassettina coperta dal Tricolore: ad attenderlo c’erano anche due dei suoi quattro figli ancora in vita, che di quel papà non hanno nemmeno ricordi tanto erano piccoli quando nel 1940 partì per andare in guerra. Ieri, nella Giornata della memoria, alla memoria di Domenico Caruso è stata conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la Medaglia d’onore.

Un riconoscimento importante, conferito dal Capo dello Stato a cittadini italiani, civili e militari, deportati nei lager nazisti. Il nipote del vibonese Domenico Caruso, che porta il suo stesso nome ed è stato colui che si è impegnato in prima persona per riportare le spoglie del nonno dalla Germania nella sua terra natale, è stato invitato a ritirare la Medaglia d’onore nella Prefettura di Verona, dove sono stati così omaggiati 103 cittadini deportati, tutti deceduti lontano dalla propria casa. A consegnare i riconoscimenti il prefetto Demetrio Martino, insieme ad alcuni sindaci della provincia veneta.

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Quella dell’artigliere Domenico Caruso, classe 1909, è la storia di migliaia di militari internati. Soldati che dopo l’armistizio del settembre 1943 rifiutarono di combattere per la Repubblica di Salò e per questo vennero fatti prigionieri dai nazifascisti e deportati nei campi di concentramento in Germania. Domenico quando partì dalla sua Filadelfia per andare al fronte aveva poco più di 30 anni e una famiglia sulle spalle, alla quale forse non sapeva che avrebbe detto addio per sempre. Quella stessa famiglia che per anni, non avendo alcuna sua notizia, ha sperato di vederlo tornare. Alla fine moglie e figli si erano rassegnati all’idea che fosse disperso in guerra, senza però avere idea del destino che gli era spettato e senza alcun documento in mano.

Il rientro a Fildelfia delle spoglie di Domenico Caruso a ottobre scorso

Uno dei figli, una volta grande, era andato in caserma a Catanzaro per saperne di più, ma niente, tutto vano. Il primo foglio di carta arriva solo a inizio anni Duemila, da un Comune della Germania: c’è scritto che Domenico Caruso è morto nel maggio del 1945 e che è sepolto lì in un cimitero. Come detto, recentemente un suo nipote omonimo si è poi impegnato per far rientrare il nonno, affinché possa riposare in eterno vicino alla sua famiglia. Oggi, il riconoscimento da parte dello Stato: un monito a non scordare le singole storie e il sacrificio dei tanti morti per la libertà. La storia di Domenico Caruso e le toccanti immagini del suo rientro a Filadelfia, a ottobre scorso, sono state raccolte da Saverio Caracciolo in una puntata di LaC Storie (rivedila a questo link).

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