domenica,Gennaio 26 2025

Nella cattedrale di Mileto la Veglia ecumenica diocesana, dal vescovo il richiamo alla forza del dialogo e alla cura delle relazioni

Nell'occasione monsignor Attilio Nostro ha anche auspicato che l'antica chiesa di San Basilio di Cessaniti venga restaurata e destinata ai cattolici di rito greco e agli ortodossi

Nella cattedrale di Mileto la Veglia ecumenica diocesana, dal vescovo il richiamo alla forza del dialogo e alla cura delle relazioni

Prosegue anche nella diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. In questo contesto nella basilica cattedrale della cittadina normanna si è svolta la Veglia ecumenica presieduta dal vescovo Attilio Nostro, alla presenza del protopresbitero della parrocchia ortodossa di San Sofronio di Essex di Vibo Valentia, padre Vincenzo Lorizio, e del direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso don Francesco Sicari. Nell’occasione il presule ha fatto riferimento all’incontro avuto 12 anni fa col patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e al grande affetto dimostrato da questi nei confronti di Papa Francesco, ma anche al suo recente viaggio a Gerusalemme, dove ha visitato la stanza del celebre incontro di Paolo VI con il patriarca ortodosso Atenagora e l’abbraccio fraterno dei due. Monsignor Nostro ha poi richiamato alla forza del dialogo e alla cura delle relazioni, «che se vissute nella verità e nell’amore sono capaci di sprigionare energie generative», ed espresso il desiderio e l’auspicio che la chiesa vecchia di San Basilio a Cessaniti «venga quale debito di amore verso l’oriente restaurata e destinata ai cattolici di rito greco e ai fratelli ortodossi, perché possano usarla per il culto e sentirsi come a casa propria». Dal presule, tra l’altro, i ringraziamenti a padre Vincenzo Lorizio per la benevolenza dimostrata verso la chiesa diocesana e per l’amicizia instaurata con don Sicari, nella convinzione «che non c’è dialogo ecumenico senza la cura delle relazioni». «La nostra veglia, il cui testo è stato preparato dai fratelli e sorelle del monastero di Bose – ha affermato dal canto suo don Sicari – è strutturata sulla domanda che Gesù pone a Marta: Credi tu questo? Credi, crediamo che Gesù è risorto, che lui è la risurrezione e la vita, e che la morte non ha l’ultima parola? Lasciamo che risuoni nelle nostre orecchie e nel nostro cuore questa domanda, la domanda della fede. In questo tempo in cui lo scetticismo verso i principi e le verità del vangelo sembra farla da padrone – ha aggiunto – il compito di noi cristiani è quello di credere e di vivere la bellezza di questa fede in Gesù, credendo nella forza della sua Parola, credendo a ciò che può sembrare impossibile.

Nel campo ecumenico ci deve accompagnare questa fede in Gesù nostra unica speranza, che nella sua carne ha abbattuto il muro della divisione e ha fatto dei due popoli una cosa sola. Tutto questo ci fa capire come l’ecumenismo non è solo un lavoro diplomatico, un incontro al vertice o la collaborazione pratica su diverse iniziative, ma è l’incontro personale di ciascuno di noi, cristiani cattolici, ortodossi e protestanti, con Gesù, per poterlo guardare negli occhi, per credere in Lui e nella forza trasformante della sua Parola». Nel corso della veglia è intervenuto anche padre Lorizio, il quale ha fra le altre cose sottolineato gli enormi progressi registrati in campo ecumenico, nell’anno appena trascorso, nella diocesi, «grazie alla benevolenza di sua eccellenza il vescovo e alla dedizione di don Sicari. Lo voglio dire con fierezza e gioia – ha affermato – questa rimane ormai da anni l’unica diocesi dell’intera Calabria in cui in campo ecumenico si è più attivi. Nella relazione annuale che inoltrerò nei prossimi giorni al mio arcivescovo metropolita enumererò che ci sono stati ben 23 eventi di preghiera comunitaria ecumenica di varia natura nel 2024. Un incremento che sinceramente non mi aspettavo, dovuto anche all’interesse che sta nascendo nei vari parroci del territorio e nelle loro comunità di fedeli». Tra i momenti più suggestivi della Veglia ecumenica diocesana, il “Rito della luce”, durante il quale sono state accese le candele, con l’invito ad essere portatori della luce del Cristo risorto, e il rinnovo della professione di fede con il simbolo del credo del concilio di Nicea.

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