Vibo Marina, cinquant’anni fa la tragedia del motopeschereccio “Papà Rocco” che scosse l’intera comunità
Mercoledì prossimo alle ore 11 una cerimonia organizzata dalla Pro Loco ricorderà i quattro pescatori scomparsi nel naufragio. Protagonisti dell'iniziativa anche gli studenti e il racconto dello storico Montesanti
Nella notte del 29 gennaio 1974, quasi all’imboccatura del porto di Vibo Marina, si compie una tragedia del mare. La petroliera “Giuliana”, proveniente da Augusta con un carico di 810 tonnellate di benzina, sperona il motopeschereccio napoletano “Papà Rocco”. Il fasciame in legno del motopesca si sgretola rapidamente e, dopo la collisione, il relitto si adagia sul fondo ad una profondità di circa venti metri. Sull’imbarcazione c’erano in quel momento quattro pescatori, di cui in un primo momento si perde ogni traccia, inghiottiti dal mare.
Insieme al “Papà Rocco”, c’erano nelle vicinanze altri due pescherecci, anch’essi di Ercolano: il “Santa Maria del Carmine” e il “ Santa Maria Ausiliatrice”, che lavoravano costantemente nello specchio d’acqua compreso tra Vibo Marina e Amantea. Il giorno dopo verranno recuperati tre corpi: quelli di Giovanni Cozzolino, Gerardo Cozzolino, mozzo appena sedicenne, e Luigi Formisano, mentre per il recupero della quarta salma, quella di Antonio Scognamiglio, bisognerà attendere qualche giorno a causa dell’avvistamento, a poca distanza dall’imbarcazione, di un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale, che sarà poi disinnescato dai sommozzatori dei Carabinieri.
Le circostanze che furono all’origine del disastro non furono mai completamente accertate. Quella notte le condizioni del mare erano ottime, il motopeschereccio era illuminato e il capobarca vantava ventisette anni di navigazione. La tragedia destò molta commozione nella comunità locale. Quella dei pescatori è infatti uno dei primi gruppi sociali che popolarono il borgo marinaro di Porto Santa Venere. Oggi la flotta peschereccia presente nel porto di Vibo Marina è costituita da circa venticinque barche; una vita difficile e pericolosa che costituisce il sostentamento di altrettante famiglie.
Nel 2008, a distanza di 34 anni dalla tragedia, con la presenza del vicesindaco di Ercolano e del sindaco di Vibo, Francesco Sammarco, Vibo Marina rese omaggio alle vittime mediante la posa, sul lungomare Cristoforo Colombo, di una stele in pietra lavica vesuviana, in memoria dei quattro pescatori periti nel naufragio.
La Pro Loco di Vibo Marina, nell’intento di contribuire a preservare l’identità marittimo-portuale della comunità costiera, ha organizzato, per il 29 gennaio ore 11, nella ricorrenza del 50° anniversario della tragedia, una breve cerimonia di commemorazione delle vittime nell’area verde in cui è posta la stele. Verranno deposti fiori da parte dei ragazzi delle scuole; a seguire la benedizione a cura di mons. Enzo Varone, mentre lo storico Antonio Montesanti racconterà come si svolgeva la vita sul motopesca affondato. Previsto anche l’intervento di pescatori del luogo, tra cui Nicola De Leonardo e l’associazione pescatori “Arcobaleno”,