domenica,Gennaio 26 2025

Daniele vive, la mamma del carabiniere di Serra morto in un incidente fonda un’associazione in suo ricordo: «Così aiutiamo i più giovani»

Il militare di soli 23 anni stava facendo rientro nella sua Palermo quando è deceduto. «Ha lasciato tanto amore», dice la madre che ha avviato importanti progetti anche a favore di bambini e ragazzi vibonesi

Daniele vive, la mamma del carabiniere di Serra morto in un incidente fonda un’associazione in suo ricordo: «Così aiutiamo i più giovani»

La vita di Daniele Breganze, carabiniere di 23 anni in servizio presso la compagnia di Serra San Bruno, si è interrotta tragicamente il 29 aprile scorso a causa di un incidente sull’autostrada A20 Palermo-Messina. Daniele ha lasciato un segno profondo in chi lo ha conosciuto e dal dolore della sua perdita, lo scorso 6 novembre, è nata l’associazione Daniele Vive APS, che il prossimo 1 febbraio sarà ufficialmente presentata a Palermo in un evento a cui prenderanno parte autorità civili, militare e religiose nazionali. Presidente dell’associazione è Drava Viola, mamma di Daniele, che ai microfoni di palermolive.it, ha raccontato la missione dell’ente.

I giovani e i loro bisogni

Tra le priorità dell’associazione c’è l’ascolto delle necessità dei giovani, specialmente di quelli che vivono situazioni di disagio: «Spesso oggi i giovani non si divertono se non hanno droga e alcol – ha spiegato a palermolive.it -. Il mio obiettivo è anche quello di andare ad attenzionare l’abbandono nonché il bisogno di comunicazione, che oggi i giovani non hanno più direttamente con l’amico, il compagno o il genitore. Spesso comunicano attraverso sms, WhatsApp, Facebook, non potendo fondamentalmente soddisfare questo loro bisogno. Aiutandoli a dissociarsi da ciò che non è costruttivo per loro magari attraverso lo sport, la lettura, il volontariato stesso».

Proprio in questa direzione si muove l’accordo raggiunto con la Vibonese che permetterà a bambini tra i 5 e i 10 anni di frequentare la scuola calcio, nella convinzione che le discipline sportive possano rappresentare un mezzo fondamentale per salvaguardare i giovanissimi.

Progetti per il futuro

Campagne di educazione stradale e attività di supporto per minori in difficoltà tra le numerose iniziative che l’associazione intende portare avanti collaborando con insegnanti e famiglie, creando un ambiente scolastico sereno e armonioso. «Sono stata nel novembre scorso all’Istituto comprensivo di Acquaro. Ho fatto delle promesse che intendo mantenere. Non appena avremo a disposizione un’aula per fornire gli strumenti per fare boxe (è questo che i ragazzi ci hanno chiesto), ci adopereremo con l’associazione per fornire questi mezzi e un volontario che faccia il corso».

Questa richiesta, secondo la madre di Daniele, evidenzia un bisogno più profondo: «Mi ha fatto riflettere, perché loro non vedono solo l’aspetto della formazione fisica ma anche quello della difesa personale. Mi ha fatto pensare che se hanno fatto questa richiesta è perché, forse, si sentono fragili verso qualcuno. Sono stata a scuola con i carabinieri, io mamma di ben due carabinieri. Ecco, vorrei far vedere il carabiniere per quello che sostanzialmente è e non è ‘quello che ti mette le manette’. Per me sono tutti figli. 

Voglio che capiscano che noi ci siamo e forse anche la mia presenza può, così come era in grado di fare Daniele, mettere a proprio agio le persone per l’ascolto. Oggi spesso ci si focalizza solo sui propri interessi economici, non pensando che l’indifferenza uccide, allontana, appiattisce le coscienze e porta chi ha bisogno a perdere la speranza».

«Continuare la sua missione»

L’impegno di Drava Viola è chiaro: «Vogliamo portare il nostro valore aggiunto nella società e costruire qualcosa di importante per lasciarlo a chi domani continuerà la mia opera, insieme agli altri che la riterranno importante per i bisogni sociali». Nel ricordare il figlio, la madre aggiunge: «Daniele era un ragazzo con mani grandi, braccia forti e spalle larghe. Era un ragazzo che amava la vita e si prendeva cura di tutti. Aveva parole semplici per tutti e nella sua semplicità era speciale, non perché mio figlio. Ha lasciato tanto amore, ecco perché voglio continuare la sua missione».

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