martedì,Gennaio 14 2025

Alfiere della Repubblica a 18 anni, Bernard Dika al Festival delle arti di Vibo: «Dobbiamo essere il cambiamento che chiediamo» – VIDEO

Il giovane portavoce del presidente della Regione Toscana ha aperto la quinta edizione della kermesse con un appassionato intervento su giustizia, giovani e futuro del Sud: «Non possiamo rassegnarci, ma lottare per un’Italia più equa»

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Si è alzato questa mattina il sipario sulla quinta edizione del Festival delle arti a Vibo Valentia, kermesse culturale organizzata dailicei classico e artistico di Vibo. Quattro giornate all’insegna del cinema e del teatro, della letteratura ma anche della scienza e della legalità, con diversi autorevoli ospiti pronti a confrontarsi con gli studenti sulle varie tematiche. A inaugurare questa edizione dal titolo “Mediterraneo da scoprire” è stato l’incontro con Bernard Dika, 26enne portavoce del presidente delle Regione Toscana, coordinatore del progetto Giovanisì e nominato, nel 2016, Alfiere della Repubblica dal presidente Mattarella.

Bernard Dika: «La speranza siamo noi»

Immigrazione, cambiamento climatico, politica estera e divario tra Nord e Sud tra le questioni affrontate da Bernard nel suo appassionato discorso ai giovani vibonesi all’interno dell’auditorium del liceo Morelli. «Io dalla Toscana vengo spesso in Calabria perché voglio che si sappia che anche un toscano fa parte di quella battaglia di chi chiede giustizia per il Sud ed è incredibile che, ancora nel 2024, questo sia un tema attuale perché in questi decenni non siamo stati in grado di ricucire un paese e di permettere ai giovani del Sud di avere le stesse opportunità che noi giovani al Centro Nord Italia abbiamo» ha spiegato Bernard ai nostri microfoni.

«Pensate agli asili nido, non solo alle scuole e alle università, pensate al tema della sanità, dei posti del lavoro, ma anche delle infrastrutture, dei trasporti – ha aggiunto -. Ecco, è ingiusto che i giovani calabresi siano costretti all’indomani del diploma di maturità a dover per forza, quasi sempre, andare a Milano, a Firenze, a Bologna o a Torino. Vorrei vivere in un paese in cui un giovane calabrese è libero di andare a Milano perché magari ci sono delle università che sull’economia sono più brave e un giovane fiorentino viene in Calabria perché sull’archeologia o sulla storia greca l’università è la migliore d’Italia».

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È indispensabile però, ha sottolineato il giovane dirigente della Regione Toscana, che siano gli stessi studenti a crederci per primi: «I giovani li vedo a volte un po’ rassegnati ed è questo che dobbiamo combattere. Occorre dire che la speranza siamo noi; consapevoli che non abbiamo la bacchetta magica, che magari non possiamo cambiare l’Italia, non possiamo cambiare la Calabria, non possiamo cambiare Vibo Valentia, ma magari possiamo provare a portare un cambiamento nella nostra scuola, nella nostra classe, nel nostro gruppo di amici, in famiglia. E se anche questo è impossibile, cosa ci resta? La rassegnazione? No. Ci resta la cosa più importante, essere noi quel cambiamento che chiediamo agli altri».

Ad impreziosire la mattinata il salotto letterario “Scrivere sul Sud” con gli scrittori Domenico DaraMimmo Gangemi Vincenzo Reale e la presentazione dei loro libri LiberataL’atomo inquieto e La fortuna del Greco e con la performance in lingua arbëreshë di Salvatore Franco, autore di Padrone e sotto. Particolarmente emozionante il momento dedicato al ricordo del celebre attore originario di Tropea Raf Vallone, raccontato dal figlio Saverio con aneddoti, memorie e attraverso stralci di film. Nel frattempo, l’aula magna del liceo Colao ha ospitato il salotto artistico che ha visto protagonista Tina Sgrò, con la lectio magistralis dal titolo “Sogni di Luce”. 

«L’obiettivo di questo festival è quello di riportare la centralità dello studente all’interno della scuola – ha evidenziato il preside Raffaele Suppa – così che gli alunni acquisiscano nuovi modelli di apprendimento ma anche nuovi modi di crescere, perché sono a rischio, in questo momento, gli aspetti che sono legati a quel loro sviluppo cognitivo e soprattutto culturale. C’è una crisi culturale che attraversa questa generazione, e noi dobbiamo fare di tutto per recuperare quella loro centralità anche facendo lezione in maniera dinamica, in maniera alternativa, in maniera più coinvolgente rendendoli protagonisti».

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