A Mileto aperto l’Anno Giubilare, cattedrale stracolma. L’omelia del vescovo Nostro: «Scacciamo le tenebre dentro di noi» – FOTO
Alla cerimonia inaugurale presente uno stuolo di pellegrini. Fedeli costretti ad assistere alla sacra funzione anche dall’esterno della basilica
Nonostante l’imponenza e la maestosità dell’edificio, non è bastata la basilica cattedrale di Mileto a contenere lo stuolo di pellegrini accorsi per partecipare all’apertura dell’Anno Giubilare. La cerimonia nella città sede della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea è iniziata nel primo pomeriggio in piazza Badia. Qui, sul sagrato della chiesa matrice della parrocchia intitolata alla Santissima Trinità e a San Benedetto, il vescovo monsignor Attilio Nostro ha provveduto a far leggere l’apposita bolla e ad aprire ufficialmente l’Anno di grazia indetto e avviato martedì 24 dicembre da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro. Subito dopo il trasferimento in chilometrica processione nella basilica cattedrale, chiesa madre della diocesi, con i fedeli costretti ad assistere alla celebrazione eucaristica anche dal sagrato e dalla piazza antistante.
Nella sua omelia monsignor Nostro, prendendo spunto dall’Ufficio delle letture e dalla liturgia della parola, ha indicato come modelli di vita le famiglie di Anna e Maria, due donne, una sterile e un’altra vergine, che ricevono in dono da Dio i figli Samuele e Gesù e che non esitano a loro volta a restituirglieli «perché sanno che ogni figlio non è soltanto dei genitori ma anche di Dio. Il santo dei santi di questo Giubileo – ha affermato il presule – sono proprio i figli, coloro che in questo periodo di grazia riceveranno una serie di doni o devono diventare coscienti dei doni che hanno già ricevuto. Essi sono chiamati anche a diventare coscienti del dono che sono per l’umanità. Diceva il poeta Tagore che ogni bimbo che viene al mondo è la prova che Dio non si è ancora del tutto stancato dell’umanità. E allora – ha aggiunto – ogni bimbo, desiderato, bramato, richiesto, come nel caso di Samuele, oppure inaspettato ma accolto, come nel caso di Gesù, sia un po’ il segno di questo Giubileo: l’indice dell’accoglienza della vita in tutte le sue forme e dell’aiuto alle donne in questo compito che hanno in maniera così forte».
Monsignor Nostro nel suo intervento ha poi spiegato che il Giubileo è un momento in cui i sacerdoti, «che rappresentano il Cristo sposo e non soltanto il Cristo capo», sono chiamati ad amare e a rendere sempre più bella la sposa di Cristo, «senza macchia né ruga, senza peccato e senza segni di vecchiaia», e a renderla rinnovata e bella come il giorno delle nozze, «amata come il primo giorno in cui Cristo ha incontrato la Chiesa sua sposa. Diceva l’arcivescovo di Milano – ha sottolineato – che oggi si compie un incontro non soltanto con Cristo sposo, ma anche con le nostre tenebre.
In questi giorni il prologo di Giovanni ci ha accompagnato esortando noi fedeli a cercare le tenebre presenti nella nostra vita. Lo faccio anch’io. Le tenebre possono essere tante, ci sono quelle dei perdoni non dati, dei giudizi emessi, delle opere compiute e difficilmente riparabili. Lasciamo, quindi, che il Signore entri nelle nostre tenebre, perché esse ci rendono ancora cattivi, cioè schiavi e non liberi, e perché possiedono il nostro cuore stringendolo in una morsa mortale, nonostante esso sia nato per essere stretto al cuore di Cristo. E allora – ha proseguito – l’obiettivo del Giubileo è di chiedere a Dio di porre nel nostro petto il cuore di Cristo, per amare come lui ama, per perdonare come lui perdona, per donarsi come lui sommo dono». Dal vescovo, infine, gli inviti ai fedeli a riscoprire il dono del silenzio, «quello orante che si fa adorazione e contemplazione del mistero, che diventa preghiera e occasione di vita nuova nell’ascolto della sua parola», e a lasciarsi catturare dall’amore di Cristo e dal suo Vangelo, «in modo da far sì che il Signore faccia di noi cieli nuovi e terra nuova». Alla celebrazione eucaristica presenti le massime autorità politiche, civili e militari del territorio e tutto il mondo del volontariato. In diocesi le aperture giubilari proseguiranno il primo gennaio, alle ore 11 nella concattedrale di Nicotera e alle ore 18 in quella di Tropea.