Natuzza, la diatriba diocesi-Fondazione e quel che resta della ricorrenza
I dieci anni dalla morte della mistica segnano uno spartiacque per via delle divergenze insanabili tra Chiesa ed ente morale. E in vista del 10 novembre, anniversario dell’arrivo della statua, non si prospettano novità positive
La giornata del primo novembre, decimo anniversario della morte di Natuzza Evolo, qualcosa l’ha detta: i suoi figli naturali nella diatriba in atto tra diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e Fondazione Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime di Paravati sul tema delle mancate riforme dello statuto stanno dalla parte del vescovo Luigi Renzo. Per il resto, quanto la cronaca è stata costretta a registrare ha rappresentato solo l’ultima brutta pagina delle molte che, purtroppo, negli ultimi tempi si continuano a scrivere sulla “pelle” della serva di Dio calabrese. E niente di buono si prospetta anche per il prossimo 10 novembre, giorno in cui ricorrerà l’anniversario dell’arrivo a Paravati della effigie della Vergine Maria nelle sembianze di una giovinetta, così come la mistica con le stigmate la vedeva nel corso dei suoi colloqui in vita. [Continua dopo la pubblicità]
Nel segno della donna dei tanti carismi, che con le semplici armi della fede e delle sofferenze offerte in modo incondizionato a Cristo è riuscita ad attirare a sé e ad avvicinare alla Chiesa centinaia di migliaia di fedeli sparsi per il mondo, si è assistito alla festa del gioco delle parti, della frammentazione e del tutti contro tutti. Un dato incontrovertibile, al di là delle frasi di circostanza che lasciano il tempo che trovano se non confutate dai fatti. Da una parte il presule miletese che, una volta appreso che la Fondazione voluta da Mamma Natuzza per la realizzazione della Villa della Gioia non gli avrebbe chiesto, tramite il proprio parroco, di celebrare una messa al suo interno, ha deciso di presiedere alle 11 una sacra funzione nella basilica cattedrale di Mileto. Dall’altra il presidente dell’Ente morale Pasquale Anastasi che, vista la revoca del decreto di religione e di culto, non ha chiesto al vescovo una proroga e ha convenuto di commemorare laicamente la ricorrenza con un concerto musicale svoltosi alle 16. In mezzo, i figli naturali dell’umile donna, i quali, dopo aver partecipato in prima fila alla messa mattiniera di monsignor Renzo nella chiesa madre della diocesi, alle 18 hanno assistito anche alla funzione di suffragio celebrata su loro richiesta dal parroco don Domenico Muscari nella chiesa “Santa Maria degli Angeli”. Alla finestra, infine, i tanti figli spirituali di Mamma Natuzza, frastornati, scossi e scandalizzati da questo “sconquasso” e dalla diatriba in atto. In giornata, sono apparse significative le parole pronunciate dal vescovo sul tema delle beatitudini, «regole d’oro per giungere alla santità. Come siamo lontani da questo modello! Tra noi – ha spiegato nella sua omelia nella basilica cattedrale – ci sono guerre, divisioni e violenze dovunque, perfino in famiglia, desiderio scatenato di vendetta e di rifiuto del perdono, gente che sfrutta senza scrupolo e semina morte per poi magari chiedere e pretendere di portare le statue dei santi in processione! Che serve dire di voler onorare i santi se poi la nostra vita è una bestemmia di disonore? Tempo fa – ha aggiunto, tra l’altro – mi è stato chiesto da un giornalista cosa Natuzza Evolo può comunicare all’attuale società del provvisorio? Rispondevo che con la sua semplicità disarmante e con la sua profonda spiritualità Natuzza è una vera sfida alla nostra cultura liquida, caratterizzata dalla ricerca dell’effimero, del successo, dell’apparire, del contingente. Con la sua spiritualità ci offre nuovi stimoli e con la sua semplicità serena e col suo senso di maternità profonda offre alla Chiesa ed a tutti l’esempio di un servizio umile, genuino e sofferto fino ad accettare di salire con Gesù sulla Croce».
La “guerra” in atto è ormai giunta a una fase di non ritorno. E, pur non entrando nel merito delle motivazioni dell’una o dell’altra parte, si avverte nitidamente la sensazione che la vicenda contiene ancora oggi degli elementi oscuri, di difficile interpretazione e dai risvolti ancora tutti da decifrare. L’unica cosa certa rimane l’eroicità delle virtù di Mamma Natuzza. Per il resto, tutto permane nebuloso e a tinte fosche, sia attingendo alla ragione e sia ai semplici strumenti della fede, che in tanti, a questo punto… rischiano seriamente di perdere.
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