Il Parco delle Serre compie vent’anni: 18mila ettari nel cuore della Calabria scrigno di bellezze naturali e biodiversità
Un compleanno speciale che è stato anche occasione per fare un punto sui traguardi raggiunti e gli obiettivi futuri. I vertici: «Può diventare ancor di più motore di sviluppo per l'intero territorio»
Il Parco naturale regionale delle Serre ha compiuto 20 anni. Un territorio che si estende per quasi 18mila ettari nel cuore della Calabria e include al momento nei suoi confini ben 26 comuni a cavallo tra le province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Per celebrare il ventennale della sua creazione, nel weekend appena trascorso è stata organizzata una tre giorni nella sede del Parco a Serra San Bruno, che è stata anche occasione per fare un punto sui traguardi raggiunti e sugli obiettivi del futuro prossimo. «Il Parco regionale delle Serre è una delle aree protette che assieme ai tre Parchi nazionali e alle riserve e al Parco marino fa della Calabria una delle regioni più attente alla tutela della biodiversità», è scritto in una nota che dà conto delle celebrazioni del ventennale.
«In questi primi vent’anni di vita – si legge ancora -, il Parco può vantare un importante bilancio fatto di tutela ambientale, crescita sostenibile e valorizzazione del territorio. Nato tra iniziali resistenze, oggi il Parco è riconosciuto come un motore di sviluppo, tanto che molti Comuni limitrofi chiedono di farne parte». Nel corso del convegno a Serra, il commissario Alfonso Grillo ha sottolineato i risultati raggiunti, «dalla tutela della biodiversità al turismo ambientale, passando per la valorizzazione di attrattori simbolici come la Certosa di Serra San Bruno e luoghi meno noti, come il Bosco Archiforo». E si è parlato anche di progetti futuri, tra cui spicca la creazione del Museo della Biodiversità, previsto per il 2025.
A spiegare meglio cosa è arrivato ad essere il Parco, è il direttore Francesco Pititto: «In questi due decenni il Parco si è fatto strada e possiamo tranquillamente ragionare di una storia di successo. Siamo decisamente soddisfatti non solo per la condivisione, da parte di Comuni, comunità e cittadini, della prospettiva di tutela del territorio, ma anche per le performance dell’Ente Parco nell’impiego e nella spesa dei fondi comunitari». I progetti finanziati nell’ambito della programmazione 2014/2020, prosegue poi la nota, sono numerosi: «Si va dalla realizzazione di aree didattiche a progetti di educazione e diffusione della conoscenza del parco, dalla realizzazione di itinerari naturalisti agli investimenti per le piste ciclabili, dalla realizzazione dell’itinerario di archeologia industriale sulla via del ferro fino alla sentieristica e all’immissione del cervo italico. Un ventaglio di iniziative, già concretizzate, che ha ricevuto sostegni per più di 8 milioni di euro, il 92% dei quali spesi e rendicontati».
«Nonostante la numerosità e la complessità dei finanziamenti assegnati – ha spiegato ancora il direttore Pititto – siamo riuscisti a spenderli, a farlo velocemente e bene. È un risultato che ovviamente ci riempie di orgoglio ed è merito di una squadra, dai dipendenti ai tecnici ed anche alle ditte coinvolte, tutto ciò ci ha permesso di dare un forte impulso allo sviluppo del territorio». Il dibattito di Serra San Bruno ha segnato anche l’esordio ufficiale del neo-dirigente della Uoa valorizzazione e promozione del patrimonio naturale istituita al Dipartimento Ambiente della Regione, Roberto Cosentino: «Un investimento, quello sulla tutela dell’ambiente, ritenuto decisivo, questo spiega perché nelle ultime settimane – ha affermato Cosentino – la giunta regionale, il presidente Occhiuto e l’assessore Calabrese hanno scelto di istituire una struttura organizzativa dedicata proprio a questi temi. Certamente – ha proseguito Cosentino – il nostro patrimonio ambientale deve essere conosciuto innanzitutto da noi calabresi e deve essere lo strumento attraverso il quale ci rimettiamo in contatto con il senso di appartenenza, con l’orgoglio di essere calabresi. Questi luoghi in parte lo sono già e possono diventare ancor di più motore di sviluppo sostenibile attraverso un turismo qualificato e legato alla capacità di narrare e raccontare la nostra terra».
A sua volta, il dirigente regionale Giovanni Aramini ha sottolineato come «il Parco sia diventato un asset strategico per l’economia locale, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e alla crescita del turismo sostenibile. Tra le iniziative che hanno avuto maggiore impatto figura la Ciclovia dei Parchi, che attraversa alcune delle aree più affascinanti della regione. Con il 30% del territorio calabrese sotto tutela, i parchi naturali stanno rivelando un potenziale enorme per lo sviluppo socio-economico della regione, unendo conservazione e innovazione».
Soddisfatto il commissario dell’Ente, Alfonso Grillo, per la riuscita dell’evento: «È stata anche la giusta occasione per ricordare alcune figure che sono state importanti per la nascita di questo Parco, come il compianto Domenico Romano Carratelli, che per primo propose la legge costitutiva, e Domenicantonio Basile, che da assessore regionale all’Ambiente, riuscì a costituirlo con una visione moderna e di grande attualità ancora oggi. Ecco perché oggi – ha poi concluso Grillo – il Parco si può annoverare a ben ragione come uno dei principali motori per lo sviluppo di questa area della Calabria».