Il “re” della ‘nduja di Spilinga Luigi Caccamo insignito del titolo di maestro d’arte e mestiere – VIDEO
La cerimonia ospitata al Teatro Regio di Parma. Al professionista è stata riconosciuta la capacità di unire tradizione e innovazione per valorizzare e promuovere oltre i confini nazionali un insaccato in grado di raccontare un intero comprensorio
Nei giorni scorsi, al Teatro Regio di Parma, Luigi Caccamo, ceo dell’azienda Artigiano della ‘Nduja srl, di Spilinga è stato insignito dell’ambito titolo di maestro d’arte e mestiere (mam), un’onorificenza promossa dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte in collaborazione con Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana. L’evento, impreziosito dalla direzione artistica di Davide Rampello, è stato presentato dal notissimo volto televisivo Gerry Scotti e organizzato con il supporto di Fondazione Parma Unesco creative city of gastronomy. Il titolo rappresenta un prestigioso riconoscimento che celebra il talento degli artigiani che, come Luigi Caccamo, si sono distinti per particolari meriti professionali e per le attività svolte nella trasmissione del sapere nell’ambito dell’artigianato artistico d’eccellenza.
La ‘nduja simbolo dell’eccellenza italiana
«Pioniere con una visione lucida e una tenacia rara, si legge in una nota stampa, Luigi Caccamo ha trasformato questo “Insaccato fuori dagli schemi” in un vero simbolo di eccellenza gastronomica italiana. Il suo lavoro è riuscito là dove pochi riescono: ha unito tradizione e innovazione per donare al mondo un prodotto che parla di saperi, di territorio, di legame profondo con la propria terra. La sua ‘Nduja è molto più di un semplice prodotto alimentare: è una celebrazione della cultura calabrese, un’esperienza sensoriale, un viaggio emozionale nelle antiche sapienze del proprio territorio appena alle pendici del Monte Poro». Questa onorificenza non «è solo il riconoscimento di un talento, ma – conclude il comunicato – un tributo all’essenza di un uomo e al suo sogno di fare della ‘Nduja un ponte tra passato e futuro, tra Calabria e mondo».