«Natuzza mi ha cambiato, prima ero scettico»: la testimonianza del genetista che ha studiato il sangue della mistica di Paravati – VIDEO
Le parole del docente universitario nel corso di un evento a Soverato dedicato alla Serva di Dio. Presente anche il vescovo Nostro: «La sua presenza è ancora viva, è amata perché lei ha amato tanto»
di Rossella Galati
«Studiando il sangue di Natuzza ho capito tante cose. Innanzitutto che fede e scienza possono incontrarsi, basta capire quali sono i propri limiti. La vita di Natuzza dimostra che ci sono dei fenomeni che accadono e che a noi sfuggono». Parola di Ciro di Nunzio, analista forense napoletano nonché genetista dell’Università di Catanzaro fino al 2019. Lo ha detto nel corso dell’incontro “Noi con Natuzza” che si è tenuto a Soverato, promosso dalla Pro loco, e ha visto attorno allo stesso tavolo i vescovi di Mileto Nicotera Tropea, mons. Attilio Nostro, di Catanzaro Squillace, mons. Claudio Maniago, e di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, originario di Satriano e appena nominato cardinale da Papa Francesco.
«Natuzza mi ha cambiato»
«Io non sono più quello di prima, apparentemente nella mia vita non è cambiato nulla però oggi se sono qui, è proprio per testimoniare che dobbiamo parlare di Natuzza perché è quello che lei stessa vuole», ha aggiunto nel corso della sua testimonianza Ciro di Nunzio. Lo scienziato napoletano ha spiegato che prima di dedicarsi al caso della mistica di Paravati, era scettico: «Ero sicuramente scettico perché ci sono in giro tanti mistificatori e per me era quasi assurdo dover interessarmi di fenomeni che io definisco paranormali. Qualcuno però mi fece notare, ad esempio Giuseppe Chiaravalloti, che in realtà potevo lavorare in tranquillità e così un po’ alla volta ho dimostrato che quelle tracce erano di sangue umano, che erano tutte della stessa donna, e poi confrontando il profilo ottenuto dalle tracce con quello dei figli di Natuzza, ho dimostrato che quelle tracce erano di sangue ed erano di sangue di Natuzza».
Le parole dei vescovi
«La presenza di Natuzza è ancora viva perché tutte le persone che vengono a Paravati la avvertono come una persona di famiglia – ha commentato monsignor Nostro -, e questo è bellissimo perché dice un po’ la cifra di quella che è la relazione che lei riusciva a mantenere con tutti, anche con coloro che vedeva per la prima volta. È molto amata proprio perché lei ha amato tanto».
«Lei non richiama e non richiede un’attenzione su di sé ma su quello che lei sta vivendo che è la sua unione col Signore – ha aggiunto monsignor Maniago -. Io la sto scoprendo in questi anni e sono certo che lei stessa sia contenta, oggi, di questo momento in cui siamo qui a ringraziare il Signore anche per il dono che ha fatto, attraverso il Santo Padre, al nostro don Mimmo Battaglia che non è un dono al merito, con tutto l’effetto che provo per un confratello vescovo, ma è il riconoscimento di quello che lui è e sta facendo come vescovo e come uomo di chiesa».