Paravati, il vescovo di Locri-Gerace racconta il suo incontro con Natuzza: «Non mi conosceva ma mi lesse il cuore»
Migliaia di fedeli dall’Italia e dall’estero hanno raggiunto il santuario della mistica per celebrare l’anniversario della statua della Madonna realizzata nel 1993 seguendo le sue indicazioni. Ad officiare è stato l’alto prelato della Locride Francesco Oliva
Piace immaginare una Natuzza Evolo che, dall’alto, si è prodigata ad accogliere a braccia aperte le diverse migliaia di figli spirituali che anche quest’anno si sono riversati a Paravati da ogni dove, baciati dal sole di una giornata di stampo quasi primaverile. Proprio nella stessa posizione in cui il maestro di Ortisei, Conrad Moroder, 31 anni fa ha immortalato la Vergine Maria. Al fianco della Serva di Dio, si vuole nel contempo pensare ci sia stato questa mattina anche il compianto vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Domenico Tarcisio Cortese, lo stesso che nel novembre del 1993 ha impartito alla scultura la solenne benedizione e ne ha autorizzato l’esposizione alla pubblica venerazione. Il resto è cronaca, documento dell’ulteriore “miracolo” di profonda fede cristiana vissuto nella Villa della Gioia, in questo caso in occasione dell’anniversario dell’arrivo nella grande spianata dell’effigie della madre di Gesù giovinetta, così come appariva in vita all’umile donna calabrese, morta 85enne il giorno di Ognissanti del 2009. Parte della carovana del variegato popolo che in tutto il mondo si rifà al carisma di Mamma Natuzza è giunta a Paravati fin dalle prime luci dell’alba, ad animare e a colorare con i suoi stendardi un luogo dove terra e cielo sembrano spesso diventare un tutt’uno.
Le commemorazioni hanno preso il via nella prima mattinata con l’apertura dei cancelli della Villa della Gioia e con la possibilità per i pellegrini di sostare in preghiera presso la cappella in cui è sepolta la Serva di Dio, situata all’interno della vicina Casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”. Il momento clou, tuttavia, si è vissuto alle ore 11, con la celebrazione eucaristica all’aperto presieduta dal vescovo della diocesi di Locri-Gerace Francesco Oliva, sul sagrato del santuario “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Al suo fianco, il presule della diocesi di Prato Giovanni Nerbini e oltre 50 sacerdoti provenienti da varie regioni d’Italia. È stato lo stesso monsignor Oliva, tra l’altro, alcuni anni fa a curare da amministratore apostolico la fase di transizione vissuta dall’episcopato miletese, derivante dalle dimissioni di monsignor Luigi Renzo e dall’arrivo dell’attuale vescovo Attilio Nostro, quest’oggi assente perché impegnato nella basilica cattedrale di Mileto a celebrare la messa per la 74esima Giornata del Ringraziamento.
«Noi siamo qui in questo giorno di domenica per Gesù e per Maria, la nostra attenzione – ha sottolineato nella sua omelia il presule di Locri-Gerace – è rivolta alla parola che il Signore ci ha consegnato quest’oggi, ma anche allo sguardo di Maria che ci accoglie come suoi figli. Siamo qui in un’oasi di silenzio e di preghiera e veniamo in questi luoghi proprio per raccoglierci e metterci davanti al Signore, per accogliere il dono della sua parola, per ricevere quell’incoraggiamento nella nostra vita che ci consente di affrontare le tante difficoltà che si presentano. Provo una certa emozione a ritrovarmi dopo due anni in questo luogo. Ricordo quando l’ultima volta accompagnai monsignor Nostro, e anche lui rimase come me sorpreso da quel senso raccoglimento e di preghiera che in questo luogo si viveva. Noi ritorniamo sempre in questo luogo, non per turismo o per svago, ma perché vogliamo ritrovare il Signore». Monsignor Oliva si è poi soffermato sull’esigenza di donare con gioia, nel silenzio e senza apparire. Quindi un pensiero a Natuzza, «che ha amato questo luogo santo e benedetto. La sua religiosità – ha affermato – non era quella delle apparenze, dei formalismi, dell’esteriorità, ma era quella del cuore. Lei sapeva leggere nel cuore delle persone.
Non posso dimenticare l’esperienza che ho avuto nel momento in cui la conobbi per la prima volta, ritrovandomi ad accompagnare da lei un’ammalata della parrocchia. Bene, quello che mi ha colpito di più è che lesse nel mio cuore, senza conoscermi. Amiamo dunque con il cuore, non con le falsità e le menzogne, perché la religiosità fatta con il cuore è quella che il Signore apprezza di più». Tra i momenti più significativi e toccanti, quello in cui, a conclusione della messa, l’effigie della Vergine nelle sembianze di una giovinetta e con il mantello olezzante è stata portata in processione in mezzo alla folla di fedeli, tra canti, applausi scroscianti e lo sventolio di fazzoletti. Le commemorazioni proseguiranno con la santa messa delle ore 18, in questo caso in programma all’interno del santuario mariano della Villa della Gioia, da monsignor Nostro dedicato e aperto al culto il 6 agosto del 2022.