Il giovane scultore di San Costantino che dà vita al marmo, ecco Giuseppe Famà: «Sogno di portare le mie opere in tutto il mondo»
L'artista apre le porte del suo laboratorio e racconta la genesi della sua passione: dal lavoro del nonno e del papà agli studi al liceo artistico di Vibo e poi a Carrara
Nel cuore di San Costantino Calabro, un laboratorio si trasforma in un luogo di creazione artistica, dove il giovane scultore Giuseppe Famà trae ispirazione dalla sua storia familiare e dall’esperienza maturata nel regno del marmo, Carrara. Nel corso della trasmissione LaC Storie, curata da Saverio Caracciolo, l’artista ha raccontato la sua avventura, tra gessi, sculture classiche e l’inesauribile desiderio di esprimere se stesso. Una copia in gesso della sezione del volto del David di Michelangelo è uno dei pezzi di una piccola gipsoteca, creata in collaborazione con amici. «La gipsoteca è il posto dove si collezionano i gessi delle grandi sculture», spiega il giovane scultore. «Sono nato in una famiglia d’arte: mio nonno era un decoratore, e mio padre è un professionista in questo campo. Ho respirato arte fin da piccolo, ho anche avuto l’opportunità di frequentare il laboratorio di ceramica di mio zio».
La sua carriera artistica è cominciata al liceo artistico di Vibo Valentia, dove si è dedicato principalmente alla pittura. «A 18 anni ho capito che la scultura era il mio mezzo espressivo preferito. A Carrara, ho incontrato la scultura a un livello serio e non l’ho più abbandonata – racconta – lì, ho iniziato a copiare le sculture classiche, come la Venere de’ Medici, una pratica fondamentale per ogni studente di scultura». Carrara, con la sua tradizione secolare nella lavorazione del marmo, è descritta dall’artista come il posto migliore per scoprire la scultura: «Qui ho conosciuto scultori da ogni parte del mondo. Lo scambio culturale è straordinario e fondamentale per la crescita artistica».
Oggi, il giovane scultore Giuseppe lavora con dedizione, spesso rinunciando a momenti di socializzazione per concentrarsi sulla sua arte. «La scultura è molto complessa, non è un gioco. È una soddisfazione personale e un lavoro a tutti gli effetti», afferma. Ogni opera nasce prima di tutto nella sua mente: «Parto sempre da un bozzetto su carta, che mi aiuta a comprendere le proporzioni e a risolvere eventuali problemi prima di procedere con la scultura grande». Negli ultimi anni, ha sperimentato anche con la policromia, una pratica poco comune nella scultura contemporanea, ma che affonda le radici nella tradizione. «Le sculture antiche erano spesso policrome, e mi piace esplorare questo aspetto. Non voglio rappresentare la realtà, ma piuttosto creare un’immagine inventata», spiega. Il giovane scultore ha recentemente esposto i suoi lavori a San Costantino, riscontrando un grande interesse da parte del pubblico. «Sono molto contento della mia mostra. Ho selezionato i lavori degli ultimi anni e ho ricevuto un riscontro positivo. È gratificante vedere che il pubblico apprezza il mio lavoro», conclude.
Con ambizioni che si estendono oltre i confini locali, il giovane artista sogna di portare le sue sculture in giro per il mondo. La sua passione e il suo impegno promettono di continuare a ispirare e a stupire.
QUI la puntata di LaC Storie con Giuseppe Famà.