Il vescovo Renzo all’apertura del Sinodo: «Evento storico per la diocesi»
A distanza di sessant’anni dal precedente concilio ecclesiastico diocesano, il presule ha accolto nella basilica-cattedrale di Mileto oltre 350 tra sacerdoti, religiose e delegati parrocchiali
Giornata storica, quella di ieri, per la Chiesa miletese. Con una cerimonia svoltasi nella basilica cattedrale nel giorno dell’anniversario della sua dedicazione, si è aperto ufficialmente il Sinodo diocesano, il primo da quando la realtà ecclesiastica territoriale ha assunto la denominazione Mileto-Nicotera-Tropea. Dal precedente Sinodo sono trascorsi ben sessant’anni. All’epoca, a guidare la diocesi di Mileto era monsignor Vincenzo De Chiara. Ieri, a chiamare a raccolta sacerdoti, religiose e oltre 350 delegati provenienti dalle varie parrocchie e a chiamarli ad interrogarsi sul tema e sulla prospettiva di “Una Chiesa lieta di testimoniare il Vangelo”, è stato monsignor Luigi Renzo. «In questi anni di preparazione – ha spiegato nella sua omelia il vescovo – abbiamo cercato di accordare gli strumenti per questa sinfonia che stiamo per eseguire. Quello che si avvia è un evento storico che apre un cammino comunitario con spirito nuovo, liberi tutti da atteggiamenti di imboscamento, o tentativi di fuga. Nessuno si può autoescludere. Il Sinodo deve immetterci tutti insieme sulla strada che Dio ha pensato per noi e che lo Spirito ci sta facendo capire e pregustare nella sua fecondità santificante. Non è consentito a nessuno fermarsi solo a guardare o far finta di niente. Siamo chiamati a prendere scrupolosamente sul serio questo mandato, non solo per non perdere il treno del dialogo con la storia, ma anche per sentirci validamente “Una Chiesa lieta di testimoniare il Vangelo”, come ci siamo proposti di essere con l’aiuto di Dio».
Il presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ha, poi, posto l’attenzione sul fatto che il Sinodo «non va vissuto alla stregua di un semplice convegno pastorale, diluito nell’arco dell’anno, che si interroga su particolari tematiche, ma al contrario è l’esercizio costante a vivere come Chiesa che dall’ascolto e dalla comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito sa discernere la vita nuova del Vangelo, mettendosi insieme a tanti fratelli e sorelle che decidono di perseguire la stessa meta. Una Chiesa fresca e vivace – ha proseguito – vive la missione nel mondo senza lasciarsi imbalsamare ed imbavagliare dalle circostanze, sa amare il mondo con gli occhi ed il cuore di Dio, si sforza di mantenere sempre carica la ricchezza spirituale della carità da annunciare, comunicare e testimoniare generosamente. Al mondo liquido non possiamo offrire comunità liquide, senza contenuti precisi e solidi; ad un mondo bisognoso di Vangelo non possiamo presentarci solo come “centri di servizi religiosi”. Esige di più da noi. Soprattutto i giovani oggi più che mai fanno fatica ad accettare una Chiesa senza mordente e senza una identità credibile in cui riconoscersi e per cui impegnarsi».
Monsignor Renzo ha concluso il suo intervento manifestando tutta la propria gioia per il fatto che «il cammino sinodale sarà illuminato anche da un’altra stella di prima grandezza». Chiaro il riferimento all’ormai prossima beatificazione del venerabile don Francesco Mottola. E al riguardo, ha comunicato che nei prossimi giorni si incontrerà con il cardinale Giovanni Angelo Becciu – prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi – per stabilire la data precisa della cerimonia «che prevedibilmente sarà a Tropea verso la fine di maggio prossimo». Il Sinodo diocesano proseguirà, adesso, con i lavori già calendarizzati delle assemblee e delle dieci commissioni appositamente istituite. L’appuntamento conclusivo è per il 25 ottobre 2020, giorno in cui sarà consegnato il libro sinodale, sorta di vademecum che dovrà indicare alla Chiesa miletese la strada da intraprendere per gli anni a venire.