giovedì,Ottobre 3 2024

La diversità come risorsa: il Campo riabilitativo di Uici Vibo ha fatto tappa a Parghelia

Otto giorni di vacanza inclusiva ricchi di attività: dal nuoto alla musicoterapia alle attività teatrali senza tralasciare il supporto psicologico anche alle famiglie

La diversità come risorsa: il Campo riabilitativo di Uici Vibo ha fatto tappa a Parghelia

“Riabilitarsi per… essere liberi” è stato il tema che ha caratterizzato il Campo abilitativo e riabilitativo organizzato dalla sezione provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, sostenuto dalla Fondazione Carical di Cosenza. Tra le attività svolte dalle persone con disabilità visiva e/o pluriminorazione, ci sono state anche: musicoterapia, esercizi di nuoto, attività teatrali, orientamento alla mobilità e supporto psicologico e sociale per disabili e famiglie.
La vacanza inclusiva, volta fare della disabilità una risorsa collettiva, si è svolta al residence “Il Poggio di Tropea” che affaccia sulle spiagge di Parghelia. Il progetto è stato «finalizzato al potenziamento delle capacità e dell’autostima di persone con disabilità visiva e/o pluriminorazione», ha fatto sapere Unici in una nota.

Riabilitarsi per essere liberi

Esercizi di nuoto in piscina

«L’iniziativa è annualmente inserita nel quadro di una serie di eventi tutti tesi all’autonomia e alla conoscenza di sé e del mondo circostante, tali da favorire la piena inclusione e la gratificazione derivante da un maggiore senso di libertà, che si riesce a provare grazie alla socializzazione e ad un susseguirsi di attività specifiche. I movimenti autonomi, coordinati ed esplorativi del nuoto; l’ascolto del proprio corpo e della propria anima che vibrano nella musicoterapia; l’esternazione di gesti, modi e parole valorizzate dalla teatralità; la capacità di orientarsi nella mobilità; il costante supporto di una psicologa e di un’assistente sociale, pronte a sostenere disabili, famiglie ed operatori».

L’integrazione

Il presidente Uici Vibo, Giuseppe Bartucca, ha affermato: «Un aspetto fondamentale di otto giorni indimenticabili, è stato quello dell’integrazione con il resto degli ospiti del villaggio, intendendo fare anche un’opera di sensibilizzazione e coinvolgimento. Non avrebbe avuto alcun senso, infatti, promuovere un anacronistico campo estivo per disabili, ecco perché si è trattato di un campo estivo per persone con disabilità evidente e meno evidente, stante il fatto che ognuno di noi ha qualcosa in cui è meno abile o non lo è per nulla, salvo non se ne renda conto, la qual cosa è essa stessa una disabilità. Abbiamo fatto di tutto – ha continuato Bartucca – per favorire la piena comprensione della diversità come risorsa, aiutando a trasformare il gruppo in una bella compagnia in viaggio e a far lievitare, specie nei tanti giovani presenti, la coscienza individuale di essere diverso dall’altro ma uguale a ciascuno e a tutti. In tal modo, le vite di Serena e Paolo, di Marco e Tommaso, di Giuseppe e Roberta, le vite si sono intrecciate l’una all’altra senza differenze ed hanno originato un unico vivere comune».

«Quella dell’Uici – ha concluso poi l’associazione – è un’azione costante che consente l’evoluzione di tutti e non solo dei ciechi, degli ipovedenti e dei pluriminorati». Per Bartucca, «la continuità del Campo abilitativo e riabilitativo, è garantita da anni dal sostegno economico della Fondazione Carical di Cosenza, che – a poi concluso – ha realmente capito quanto la disabilità sia sempre meno un problema, se realmente condiviso, perché chi vive il disagio non fa parte di un mondo lontano e diverso».

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