Il fallimento di Fti Touristik ha condizionato la stagione turistica nel Vibonese: «Costa degli Dei penalizzata» – VIDEO
Il consigliere nazionale di Confindustria alberghi Demetrio Metallo traccia un primo bilancio dell’estate 2024 e mette l’accento sul crac miliardario che ha messo fuori gioco il primo tour operator tedesco
di Salvatore Bruno
Agosto è agli sgoccioli e per il turismo calabrese è già tempo di bilanci. Ancora prematuro analizzare le cifre nel dettaglio, ma una prima analisi della stagione turistica calabrese in corso mette in evidenza punti di forza e zone d’ombra di una regione che marcia a più velocità, con aree sempre particolarmente gettonate e luoghi dalle potenzialità attrattive rimaste ancora inespresse. A tracciarla è Demetrio Metallo, consigliere nazionale di Confindustria alberghi: «Nelle settimane clou dell’estate è stato boom di presenze, mentre nei mesi di giugno e luglio le località più prestigiose hanno dovuto fare i conti con un imprevisto incidente di percorso; il fallimento di un grosso tour operator tedesco, Fti Touristik, che ha causato un buco miliardario penalizzando molto l’area di Tropea-Pizzo e anche alcune strutture della fascia jonica cosentina».
Fti Touristik, primo tour operator in Germania e terzo in Europa, il 3 giugno scorso ha portato i libri in tribunale e il panico è serpeggiato tra i suoi numerosissimi partner commerciali. A crollare, infatti, è stato un colosso con 90 filiali nel mondo, 6 marchi e 11mila dipendenti. Una luce, quella del grande gruppo, che si è affievolita negli ultimi anni a causa di una perdurante carenza di liquidità, sfociata poi nell’impossibilità di pagare i creditori e nell’avvio a Monaco delle procedure concorsuali. Con una reazione a catena che ha coinvolto le regioni dove l’attività di Fti è maggiore, come la Calabria appunto, e in particolare la Costa degli dei, nel Vibonese, dove in alcune strutture ricettive il tour operator tedesco assicurava tra il 70 e il 90 per cento delle prenotazioni.
In generale, in Calabria, luglio è stato comunque un periodo nel quale «gli imprenditori turistici sono riusciti a confermare i numeri dello scorso anno – sottolinea Metallo – Un aiuto è giunto dall’incremento del traffico aereo sui tre scali calabresi, con tratte che ormai abbracciano tutta l’Europa. Il consolideranno di queste rotte produrrà nel tempo ulteriori benefici. Inoltre abbiamo appreso delle intenzioni di Ryanair di costituire un hub su Lamezia Terme oppure su Reggio Calabria e questa è una buona notizia». Altri fattori poi incidono sull’andamento dei flussi turistici. In particolare la contrazione dei periodi di vacanza, concentrati per lo più nei fine settimana. «Le famiglie hanno un budget disponibile più basso rispetto al passato ed anche periodi di vacanza più corti. Si tende quindi a privilegiare gli spostamenti brevi. C’è quindi un turismo molto indigeno che poi ad agosto di mescola con quello delle permanenze settimanali. Certamente bisogna impegnarsi a fondo per destagionalizzare, soprattutto diversificando l’offerta».
Non solo mare
«Il turista in Calabria non vuole fare soltanto mare – ricorda l’esponente di Confindustria – C’è un trend decisamente in crescita sulle località di montagna ed infatti Pollino, Sila ed Aspromonte vanno molto bene. E poi c’è il desiderio di conoscere il territorio, i piccoli borghi. Questa è una delle chiavi per ampliare la stagione turistica. Sotto questo aspetto è necessario incentivare il lavoro di tanti bravi sindaci che si spendono in prima persona per promuovere i propri paesi». Determinante la sinergia tra pubblico e privato: «Noi operatori abbiamo la percezione delle esigenze dei clienti. Molto spesso ci vengono chiesti servizi banali, come un taxi, che mancano. Quello dei collegamenti è il problema di maggiore rilievo. Solo per fare un esempio, per andare da Falerna a Fiumefreddo Bruzio, una distanza tutt’altro che notevole, non ci sono mezzi, non ci sono treni, non ci sono bus. Spesso sopperiscono a queste mancanze i titolari delle strutture ricettive, facendosi carico dei costi».