Dalla “rossa” di Tropea al pecorino del Poro, viaggio tra i prodotti simbolo del territorio vibonese

La “sujaca” di Caria e quella di San Nicola da Crissa

Legumi in scatola? La “sujaca” di Caria di Drapia è tutta un’altra storia. Si tratta di una varietà di fagiolo locale “figlio” del Monte Poro e si coltiva soprattutto nei territori di Drapia, Zungri e Zaccanopoli. Possiede un alto contenuto proteico che rende il piatto un validissimo sostituto della carna. Le principali varietà come sottolineato da Arsac, Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese- sono tre: “Murisca”, “Burru” e “Cannellina”.

La prima ha un sapore croccante, dolce ed è molto resistente alla cottura. La Cannellina si distingue per la forma allungata di colore bianca. Più arrotondata quella “a burru”. La cottura di quest’ultima risulta più veloce. Nei paesi di montagna, in particolare a San Nicola da Crissa viene invece prodotto un fagiolo bianco, rientrante nella famiglia dei borlotti. La sua coltivazione è storica e interessa zone a quote di poco superiore ai 600 metri sopra il livello del mare.  Alla “suriaca russa-janca” di San Nicola da Crissa viene riconosciuta la De.co. ovvero denominazione comunale di origine.

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