Non solo mare, la bellezza dei boschi serresi e dei borghi montani vibonesi: le mete imperdibili
Non solo sole e spiagge. Il comprensorio vibonese è ricco di tesori nascosti: la Certosa di Serra San Bruno ma anche i megaliti di Nardodipace, le reali ferriere di Mongiana, e poi ancora il bosco Archiforo e il lago Angitola. Giulia Scordo (Terre bruniane): «Luoghi magici da scoprire e valorizzare»
Non solo mare e spiagge. Il comprensorio vibonese è popolato da numerosi borghi montani dalle caratteristiche uniche. Piccoli gioielli a volte poco conosciuti dove riconnettersi con la natura e trascorrere piacevoli giornate all’insegna del relax. Lo sviluppo delle comunità e la lotta allo spopolamento delle aree interne sono da decenni al centro del dibattito politico e soprattutto sociale. Qualche piccolo passo avanti, in termini di comunicazione e valorizzazione dei piccoli centri dell’entroterra, è stato effettuato grazie al lavoro delle amministrazioni e anche delle associazioni di volontariato. Ma quali località montane potrebbero rappresentare una valida meta turistica? Ne abbiamo parlato con Giulia Teresa Scordo, presidente dell’associazione Terre bruniane, con sede a Serra San Bruno. Il sodalizio è impegnato da anni nella promozione e valorizzazione dei siti e borghi locali. Trekking, laboratori ma anche convegni e attività di sensibilizzazione volti a far apprezzare, oltre i confini regionali, paesi ricchi di storia e siti naturali di grande interesse.
L’eredità di San Bruno
Numerose sono le mete consigliate da Terre bruniane: «Durante le nostre attività – spiega la presidente Scordo – abbiamo avuto modo di visitare diversi borghi dell’entroterra vibonese e molti altri ne scopriremo in futuro. Naturalmente, tra le località da visitare consigliamo il paese dove affondano le nostre radici, Serra San Bruno. Un luogo ricco di storia e caratterizzato da molte peculiarità d’interesse religioso e naturalistico. Le principali sono: la Certosa di Santo Stefano, un monastero al cui interno è ancora presente una comunità attiva di monaci certosini fondata da San Bruno».
La referente del sodalizio spiega: «L’ingresso al Monastero non è consentito, ma è possibile “respirare” l’atmosfera di spiritualità che lo caratterizza visitando il Museo della Certosa. Altro luogo di culto particolarmente importante per la sua spiritualità è il Santuario di Santa Maria del Bosco, il quale racchiude alcuni luoghi dove San Bruno è vissuto. Infine, d’interesse storico e naturalistico, i boschi serresi».
Mongiana, il sito di archeologia industriale
Sempre nell’area delle Serre troviamo Mongiana: «Il paese – evidenzia la presidente Scordo – conserva un importante sito di archeologia industriale costituito da un complesso siderurgico, realizzato nella seconda metà del ‘700, che è stato il motore economico calabrese, del Regno di Napoli e, successivamente, del Regno delle due Sicilie. Visitando il Museo della fabbrica d’armi e delle reali ferriere borboniche è possibile conoscere la sua importante storia. Inoltre, da visitare sono il Centro polifunzionale di Villa Vittoria dove ha sede il Reparto dei Carabinieri Biodiversità di Mongiana e i vicini laghetti della Riserva Naturale “Cropani Micone”».
La Stonehenge calabrese
Il Vibonese offre anche siti unici, ricchissimi di mistero: «Spostandoci ancora più verso l’entroterra, consigliamo di visitare Nardo di Pace, in particolare Nardo di Pace Vecchio, borgo fantasma quasi completamente disabitato, dove il tempo sembra essersi fermato. Sempre nel territorio del Comune di Nardo di Pace, da visitare sono i due siti dei Megaliti, considerati come le “Stonehenge” calabresi». Si presentano come enormi complessi di pietre accorpate fra loro e la loro esistenza potrebbe collegarsi alla presenza in loco di popolazioni antecedenti la colonizzazione dei greci. In base ad altre teorie si tratterebbe di semplici riaffioramenti granitici di origine naturale. Il dibattito è ad oggi aperto.
Alla scoperta di Arena, Gerocarne e Zungri
Tanti altri piccoli centri, ancora, raccontano storie senza tempo, ricchissime di fascino e suggestioni: «Riavvicinandoci verso la costa tirrenica, ancora, abbiamo il borgo di Arena, con i ruderi del Castello Normanno, Gerocarne “il Borgo dei vasai”, dove poter visitare e conoscere l’arte della produzione della ceramica nelle botteghe delle maestranzelocali, e Zungri con il suo insediamento rupestre, l’agglomerato di “Grotte”, e il Museo della civiltà rupestre e contadina».
Passione trekking
Oltre alle viuzze dei paesi, ai sapori dell’enogastronomia dei borghi, alla storia che raccontano, l’entroterra vibonese vanta la presenza del Parco Naturale Regionale delle Serre con le sue bellezze naturalistiche e sentieri: «Tra i sentieri più suggestivi – afferma la referente di Terre bruniane – figura il Sentiero Archiforo, il quale attraversa uno dei più affascinanti boschi che abbiamo sulle Serre». Al suo interno troviamo «diversi abeti bianchi secolari». Non solo: «La storia del bosco è legato alla storia di Serra San Bruno, soprattutto alle sue maestranze, scalpellini e carbonai, che al suo interno trovavano le materie prime per il loro lavoro.Per la sua peculiarità, l’Archiforo inoltre è stato annoverato dall’immunologo giapponese Qing Li tra i 40 boschi al mondo in cui praticare la silvoterapia.Dal Sentiero Archiforo poi è possibile scegliere di proseguire fino a Monte Pecoraro, la cima più alta delle Serre Calabresi (1.423 m sul livello del mare».
Altri percorsi da seguire «sono il Sentiero Frassati, ad anello lungo circa 20 km che attraversa i freschi boschi di Santa Maria (Serra San Bruno) per raggiungere i laghetti di Mongiana, il Sentiero Fantasma della Baronessa, che attraversa i Comuni di Brognaturo, Spadola e Cardinale, lungo il quale è possibile ammirare i resti del Castello della Baronessa Scoppa e il Lago Lacina, importante bacino, considerato un piccolo scrigno di biodiversità».
L’analisi della presidente Scordo prosegue: «Un altro lago che merita sicuramente la visita dagli appassionati di natura è il Lago Angitola, sempre compreso nel perimetro del Parco delle Serre, ubicato nei Comuni di Maierato e Monterosso Calabro. È un lago artificiale Oasi Wwf che custodisce una zona umida di importanza internazionale, fondamentale per le specie di uccelli migratori».
Verso la costa, troviamo il suggestivo «Cammino di Ulisse, percorso ubicato nel territorio di Caria. Riesce a regalare una vista mozzafiato sulla Costa degli Dei». Infine, un tuffo nella storia con il «Parco archeologico di Mileto antica, l’unico Parco archeologico Medievale della Calabria. Naturalmente queste sono solo alcune delle bellezze da visitare, si potrebbe parlare per ore delle peculiarità storiche, culturali e naturalistiche del nostro meraviglioso territorio».
Turismo slow
L’interesse verso forme di turismo più lento, connesse ai territori, è crescente: «Anche noi come associazione Terre Bruniane ci stiamo impegnando a diffondere la cultura di un turismo esperienziale e sostenibile, organizzando attività che consentono di vivere il territorio, soffermandoci sulle sue bellezze storiche, culturali e naturali. Le nostre escursioni sono un mezzo che ci consente di scoprire i luoghi che andiamo a visitare, facendo immergere i partecipanti nell’ambiente che li circonda e facendoli sentire parte della nostra cultura».
Piccoli passi ma molto resta da fare: «Diversi sono gli aspetti da migliorare, avere delle strade sicure su cui viaggiare dovrebbe essere al primo posto, ma ancora purtroppo la rete viaria del nostro territorio è carente di questo. Per quanto riguarda i sentieri, anche l’Associazione si sta dando da fare per cercare di dare un supporto alla loro manutenzione, segnalando la presenza di tratti che necessitano di attenzione al Parco delle Serre, che si è mostrato sensibile e pronto a intervenire.
La rete di sentieri che attraversa il territorio del Parco è estesa, e noi pensiamo che ognuno possa dare un contributo positivo per migliorarne la fruibilità, facendo presente situazioni da attenzionare all’Ente di competenza. Per i sentieri situati al di fuori del territorio del Parco è diverso, sta alla sensibilità degli Enti locali supportare la manutenzione delle infrastrutture, considerando che la presenza di percorsi curati potrebbe rappresentare un’opportunità per valorizzare e far conoscere il proprio territorio, e allo stesso tempo creare le condizioni per favorire il lavoro in ambito turistico».
Ultimo tassello riguarda «i punti di informazione per i turisti, per permettere di indirizzare i visitatori verso siti caratteristici e luoghi poco conosciuti del territorio».