I tirocinanti del Miur si appellano alla Regione Calabria
Attendono da febbraio di essere richiamati per svolgere la loro attività nelle strutture dei Ministeri per l’Istruzione e i Beni culturali
La situazione dei tirocinanti della Regione Calabria di prima e seconda fascia rimane sempre traballante, nonostante i proclami e le promesse ricevute da più parti negli ultimi mesi. Nel febbraio scorso hanno concluso l’anno di percorso formativo. Da allora attendono di essere di nuovo richiamati a svolgere la loro attività nelle strutture regionali di pertinenza dei Ministeri per l’Istruzione e per i Beni e le attività culturali. Uno scenario di incertezza che, a conti fatti, rimane tale nonostante le rassicurazioni e le voci su un positivo esito della vicenda nel breve periodo che si rincorrono. Stanchi di questo stato di cose, oggi a chiedere che la loro dignità non continui ad essere lesa e ad appellarsi alla Regione per la ripresa del loro percorso formativo sono “uomini e donne, precari a tutti gli effetti, utilizzati come tirocinanti per l’Istruzione (Miur). “Inoltriamo l’appello – si legge, al riguardo, in una missiva diramata dal gruppo di precari – per la ripresa delle attività. A parte il disagio vissuto quotidianamente da noi tirocinanti, anche le scuole lamentano carenze di personale atto agli studenti bisognosi del nostro supporto. Il servizio che rendiamo è quello di assistenza ai disabili nelle scuole, coadiuvando il personale insegnante e gli educatori nell’ambito delle attività scolastiche. Le attività – specificano in conclusione – sono concretizzate al favorire una relazione educativa atta a coinvolgere i minori nella loro totalità. Siamo persone, uomini e donne, madri e padri, molti delle quali over 50, la cui dignità non deve essere lesa ma sostenuta da iniziative valide in termini di prospettive di lavoro future; per noi e per i nostri figli”.