domenica,Ottobre 6 2024

La via della fede, viaggio tra i luoghi di culto più suggestivi del Vibonese

Da Piedigrotta al Santuario di Parghelia, e poi ancora la Certosa di Serra, la Madonna della neve di Zungri e la Villa della Gioia di Paravati: angoli di pace e di preghiera che attraggono non solo fedeli ma anche studiosi e appassionati d’arte

La via della fede, viaggio tra i luoghi di culto più suggestivi del Vibonese

Sulle orme di San Bruno

La Certosa di Serra San Bruno

Nel cuore delle Serre vibonesi sorge la Certosa. L’annesso Museo, nato nel 1993 su impulso della comunità religiosa, illustra dettagliatamente le consuetudini della vita monastica certosina. Uno strumento per venire a contatto, senza disturbare la vita dei solitari, con la spiritualità dei figli di San Bruno. L’esposizione porta il visitatore attraverso gli ambienti claustrali – dalla cella alla chiesa conventuale – ricostruiti con grande fedeltà. Anche la scelta dei materiali utilizzati – dal cotto ai ruvidi intonaci – non è frutto del caso ma mira a rendere realistica l’immagine degli spazi in cui si muovono i monaci.

Nella prima parte del percorso viene dato risalto all’ordine certosino e alla Certosa di Serra S. Bruno. Vi sono sale tematiche relative all’ iconografia bruniana, ai santi certosini, alla liturgia fino alla biblioteca. A colpire il visitatore, le stanze dedicate ai laboratori dei monaci, le riproduzioni delle celle e il relativo giardino. Lo scorrere delle ore è un flusso di ringraziamenti e offerte a Dio del proprio lavoro e delle proprie preghiere. La ricostruzione della chiesa e alcuni “tesori religiosi” impreziosiscono la visita.

Oltre al calco del busto argenteo di San Bruno, visitabile il tronetto processionale realizzato nel 1797 dall’artista napoletano Luca Baccaro. C’è poi la statua di Santo Stefano realizzata in pietra bianca. L’opera, ai tempi collocata dentro due nicchie laterali della facciata della chiesa conventuale cinquecentesca, risale ai primi decenni del XVII secolo. Il Museo è intriso di spiritualità ed i boschi che circondano il monastero rafforzano il legame con la natura. Il viaggio termina con una piccola quanto suggestiva cappella solitaria ricavata in una torre cinquecentesca. Questi spazi consentono al mondo esterno ed a quello monastico d’incontrarsi in un modo che non snatura la scelta di vita ritirata di quest’ultimi e arricchisce l’esperienza umana dei visitatori.

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