È considerato un piccolo gioiello. La chiesetta di Piedigrotta di Pizzo è scavata nell’arenaria e la sua storia si snoda tra leggende e fatti realmente accaduti. In base ai racconti popolari, il culto nei riguardi della Madonna di Piedigrotta sarebbe nato come segno di ringraziamento dopo un terribile naufragio provocato da una violenta tempesta. I marinai, temendo per la loro vita, pregarono ardentemente il quadro della Vergine custodito della cabina del capitano.
Per l’imbarcazione non ci fu scampo ma l’equipaggio si salvò. A riva venne trasportato anche il quadro della Madonna e la campana di bordo datata 1632. I marinai mantennero la promessa: scavarono una grotta e lì vi collocarono l’effige miracolosa. Tra ‘800 e ‘900, la cappella venne ingrandita grazie al lavoro dell’artista locale Angelo Barone e del figlio Alfonso. Negli anni sessanta, a seguito di un atto vandalico che danneggiò la chiesetta in modo grave, un nipote degli scultori originari si prodigò per riportare il sito all’antico splendore. Oggi un nuovo capitolo della storia della Chiesetta, cuore pulsante del sentimento religioso locale e non.