Lavori in ritardo a Vibo e caos nel centro città, Petracca: «Promesse disattese» – Foto
La presidente Fismo Confesercenti punta il dito sui ritardi nei cantieri aperti per il contemporaneo rifacimento di piazza Luigi Razza, piazza Municipio, via Pignatari, scesa del Gesù e piazza Michele Morelli. Ricordate anche le tante incompiute nelle frazioni sino al teatro e alla scala mobile
“Chi ha tempo non aspetti tempo! Ma questo pare non essere il motto dell’amministrazione Limardo”. Ad affermarlo è Antonella Petracca, sindacalista della Confesercenti, la quale interviene sui lavori pubblici in corso nel centro cittadino affermando che “di tempo non ne è rimasto molto, poiché giugno è ormai vicino e l’assessore alle attività produttive nonché ai lavori pubblici Carmen Corrado, aveva comunicato alle sigle sindacali rappresentative del commercio, la consegna dei lavori di Piazza Luigi Razza per il mese di giugno. Lo stesso assessore – afferma ora la Petracca – comunica ora che il termine si è notevolmente allungato a settembre 2024. C’è da crederci? Di fatto ad oggi non è chiara la fonte economica dalla quale si è attinto per il rifacimento del look di piazza Luigi Razza e piazza Municipio. La Corrado attesta essere fondi del Pnrr, ma se così è – si chiede la Petracca – che fine hanno fatto i due milioni di euro assegnati al Comune di Vibo a dicembre 2019? Come sono stati spesi? Di fatto detti cantieri si potevano avviare molto prima e in modo non simultaneo? Che ne è stato e che ne sarà dei cantieri iniziati a gennaio 2024 delle vie Abate Pignatari, scesa del Gesù, via Luigi Razza e piazza Michele Morelli? Che ne è stato poi della proposta di riaprire provvisoriamente al transito corso Vittorio Emanuele? Rimedi messi in atto in assenza di criteri di buon senso e competenza, generando da mesi il caos totale quotidiano in fatto di parcheggi e traffico in centro città, alimentando la fuga dei possibili avventori. E dove sarà ubicato a, cantieri ultimati, il mercato”?
Antonella Petracca chiede poi lumi “sull’impegno assunto dalla Corrado a convocare, con cadenza mensile, il tavolo tecnico permanente. “Siamo alla fine di aprile – sostiene la sindacalista – eppure ancora nessuna convocazione è pervenuta alle associazioni di categoria anche solo per mettere al corrente in ordine alla fattibilità o meno della riapertura al transito di corso Vittorio Emanuele oltre a proseguire con il tavolo tecnico permanente. Poco male se non fosse che a farne le spese sono le attività produttive del centro città e non solo, in assenza di incassi e con commercianti demoralizzati e sfiduciati.Di fatto ad essere letteralmente un cantiere a cielo aperto non è solo la città capoluogo ma – ricorda la Petracca – anche le frazioni che soffrono l’esasperazione di scelte sicuramente non adeguatamente ponderate come nel caso del cantiere aperto nella piazza di Bivona, a ridosso dell’inizio della bella stagione e andando così a compromettere rovinosamente la stagione estiva balneare, gettando nello sconforto le attività commerciali del posto.
Che dire poi dell’eterno cantiere di San Pietro con la comunità isolata da ben due anni, sino alla strada di Longobardi costata oltre 900mila euro per la quale è dal 2019 che si interviene si riapre in pompa magna per poi richiudere a causa dell’incubo di avvallamenti e transenne. Senza contare le eterne incompiute come il sottopasso di Vibo Marina, utilissimo a decongestionare il traffico, andato a cantiere dopo 12 anni con l’auspicio che possa presto essere fruito. Non è invece dato sapere, dopo 17 anni, del collegamento del terminal bus di Vibo con il centro città attraverso la scala mobile che sia pur in un solo senso di marcia.Per non parlare del teatro, etichettato dall’assessore alla cultura come un dono di alta cultura in un posto magico. Così magico – conclude la Petracca – che si apre e per magia si chiude il giorno dopo, mettendo il bignè su una torta passata per buona ma di fatto disgustosa. Tutto ciò, se fosse un film, sarebbe di dubbio gusto ma qui ad andare in scena è stata forse, e senza forse, l’arroganza e la presunzione di credere di poter aggirare il cittadino o, ancor peggio, essere in preda ad un delirio di onnipotenza”. [GUARDA FOTO IN BASSO]
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