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Festa “di tri da cruci” a Tropea, l’associazione: «Organizzata in solitaria»

Il sodalizio guidato dal presidente Cricelli critica le scelte dell’amministrazione: «Un’altra occasione mancata per fare comunità e per sentirci tutti cittadini, non sudditi»

Festa “di tri da cruci” a Tropea, l’associazione: «Organizzata in solitaria»

«La storica e tradizionale festa popolare del 3 maggio, dai tropeani e dai “burghitani” conosciuta come festa “di tri da cruci”, anche quest’anno si terrà nei consueti primi tre giorni di maggio, salvo condizioni metereologiche avverse. Ad annunciarlo è stato il primo cittadino dal sito del comune e dalle pagine dei giornali». È quanto riporta l’associazione storico-culturale “I tri cruci” di Tropea che aggiunge: «La nostra associazione, salutando la notizia positivamente, con il presente manifesto, ha sentito l’obbligo di evidenziare e di sottolineare alcune considerazioni che in questi mesi sono state espresse sia dai soci dell’associazione, sia da molti cittadini amanti e appassionati della festa storico-popolare. Al contempo, di esprimere, senza polemica, alcune perplessità che accompagnano da tempo i nostri pensieri». Il sodalizio fa presente: «La festa, com’è noto a tutti, è stata per moltissimi anni, organizzata e finanziata da comitati vari, nati spontaneamente sin dai primi anni del secondo dopoguerra, formati spesso dall’impegno dei residenti in Via Umberto I, (nota via della città denominata “u burgu”), sorti nel tempo con lo scopo di dare continuità ad un evento che, richiamando la storia patria, potesse essere un aggancio a quella storia per ricordarla e per onorarla. Unitamente all’aspetto ludico-ricreativo che i suoi contenuti, come ad esempio i giochi e le gare, hanno ricreato per intere generazioni di giovani ed anziani, è servita nel tempo a cementificare un’identità, quella degli abitanti del borgo per primi e, non meno, a dare senso e spessore all’intera comunità Tropeana che in essa si è sempre riconosciuta e in essa ha sempre riconosciuto i tratti di quella storia patria.

Successivamente, per dare continuità e certezza all’evento, alcuni storici organizzatori, me compreso – evidenzia il presidente Nicola Cricelli – che sin da bambino partecipai alla sua realizzazione, insieme a molti giovani appassionati, diedero vita all’associazione culturale omonima che mi pregio di rappresentare in qualità di presidente che è nata e si è mantenuta senza alcuno scopo di lucro. Nel corso degli ultimi 10 anni, non senza difficoltà, ma con l’entusiasmo di sempre, ci siamo adoperati affinché la festa potesse svolgersi nel miglior modo possibile per il divertimento e la gioia di tutti, turisti compresi. Nelle nostre intenzioni, la proposta fatta ed accettata al tempo dell’amministrazione guidata dal da Giuseppe Rodolico, ovvero la sua istituzionalizzazione, aveva come obiettivi due cose fondamentali.  La prima era quella di una maggiore sinergia tra l’associazione culturale e l’amministrazione comunale al fine di offrire una qualità sempre più attraente alla festa; la seconda, proprio quella di creare un sistema in cui non ci fossero gli organizzatori soliti a muovere e a dettare la linea della sua realizzazione, ma quest’ultima fosse concordata e pianificata insieme all’amministrazione comunale e condivisa insieme con tutti i cittadini».

«L’Istituzionalizzazione della festa aveva inoltre, tra le altre intenzioni, anche quella di evitare che le spese per la sua realizzazione ricadessero sulle spalle dei cittadini e, non meno trascurabile come gravoso e “fastidioso” impegno, quello di ricorrere alla richiesta di donazioni in denaro ai commercianti, agli imprenditori e ai professionisti della città nella certezza che questo importante fattore, potesse rendere più trasparente e visibile il tutto. Di quelle intenzioni e di quegli scopi che al tempo diedero forma e sostanza alla sua istituzionalizzazione nulla è stato posto in essere. Il sindaco della città, non ha tenuto in nessun conto quella storia, quelle intenzioni, quegli scopi. E, in nessun conto, ha tenuto quei sacrifici e quelle passioni che per anni sono state profuse per dare alla festa una valenza sempre più profonda. Come ormai da tempo è consono fare, anche per altre manifestazioni ed eventi simili, nati dalla spontanea volontà e dall’entusiasmo di liberi e appassionati cittadini, ha deciso da solo e senza alcuna considerazione o partecipazione delle sue intenzioni con noi, di porre in essere e di organizzare la festa “in solitario e principesco modo”».

L’associazione sottolinea: «Il nostro disappunto a tale comportamento, che ci auguriamo possa essere diverso nel futuro, è totale ed è per questo che abbiamo ritenuto di renderlo pubblico. Non tanto perché ci siamo sentiti esclusi dalle scelte adottate che sicuramente in sinergia con noi sarebbero state migliori, per la nostra esperienza maturata negli anni,  non per altro, e nemmeno per la nostra collaborazione a dette scelte che non è  stata minimamente presa in considerazione, quanto perché riteniamo sia venuto a mancare totalmente quello spirito e quelle motivazioni che erano alla base, come suddetto, della sua istituzionalizzazione e che meritavano un rispetto maggiore. Un’altra occasione mancata per fare comunità e per sentirci tutti cittadini, non sudditi. La Tropea che non ha mai amato i principi e che nel corso dei secoli ha trovato la forza per affermare la sua libertà, così come anche questa storica festa ha voluto da sempre rappresentare, saprà ancora una volta ritrovare quella forza e quella libertà che gli consentiranno di tornare ad essere la città delle libertà dei suoi cittadini e del popolo che la ama. E magari, nel prossimo futuro, tornare ad essere un’occasione per fare comunità e per continuare ad essere quella che è sempre stata. Una bellissima festa democratica e partecipativa per i cittadini di Tropea, per i “burghitani” e per gli appassionati delle feste storiche e popolari provenienti da tutto il mondo».

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